Conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio organizzata dall'ordine dei giornalisti, che in apertura ricorda il brigadiere Giangrande. Il premier analizza il 2013, parla di un’evidente “fatica sociale“ e loda “il coraggio del presidente della Repubblica”. Mentre sulla legge elettorale dice: "Bisogna averne una nuova prima delle elezioni europee"
Tutto accadrà a gennaio, nelle intenzioni del premier che promette nuove misure sulla giustizia e sullo ius soli, messa in discussione della Bossi-Fini e interventi sul lavoro. Nella giornata del doppio voto di fiducia alla Camera e al Senato, Enrico Letta partecipa alla tradizionale conferenza stampa di fine anno. Analizza il 2013 e parla di un’evidente “fatica sociale“, ma anche dell’anno della “svolta generazionale di un Paese, in grado di produrre leadership di 40enni”, arrivata “per il coraggio del presidente della Repubblica”, definito colui che “ha salvato l’Italia“. L’asse con il Colle viene dunque ribadito nell’appuntamento di fine anno con la stampa: “Gli attacchi a Napolitano hanno passato il limite”, dice Letta definendo “assolutamente fuori luogo” le parole di Beppe Grillo.
Napolitano ha salvato l’Italia. Critiche di Grillo fuori luogo
“Abbiamo recuperato in un anno 30 anni di calendario – dice il premier -. Ci hanno spesso raccontato che l’Italia è un Paese non in grado di produrre leadership di 40enni, ma il nostro Paese quest’anno ha compiuto una svolta generazionale senza precedenti nella storia repubblicana italiana. Credo che l’unico precedente sia quello del dopoguerra”. Il premier cita anche se stesso (“Non sarò mai un premier tecnico“) come esempio di questa svolta: “Sento sulle spalle tutto il peso di questa responsabilità. Ora abbiamo davanti una sfida per far progredire il Paese. Io sono convinto che l’Italia ce la farà”, ed esclude l’ipotesi di un rimpasto di governo. Mentre affrontando il tema della legge elettorale afferma che “prima delle elezioni europee, il prima possibile, bisogna averne una nuova”.
Il premier e la “svolta generazionale” dei 40enni
Ma come sarà il 2014 per l’esecutivo? Letta promette di ridurre le tasse sulla casa e sul lavoro, “sia sul lavoratore sia su chi genera lavoro”. Sul fronte del debito pubblico dice: “Non abbiamo ancora il consultivo 2013, ma il dividendo della stabilità vale 5 miliardi di euro: rispetto alle previsioni il peso sul debito che doveva essere di 89 miliardi euro è diventato di 83 miliardi”. Inevitabile per i giornalisti citare la diffidenza di Matteo Renzi verso il governo: “Fa bene Renzi e il Pd, a parlare con Forza Italia per fare la legge elettorale”, risponde il premier. “Ma faccio un appello: Berlusconi non scelga una deriva populista”. “Fuori dall’Italia tutti hanno capito che il Paese ha voltato pagina”, sostiene il premier come aveva già affermato al termine del consiglio europeo di Bruxelles dello scorso 20 dicembre. Gli ingredienti per attrarre gli investitori sono contenuti nel piano “Destinazione Italia”, uno strumento “per migliorare la giustizia civile e la competitività”.
A cambiare dovranno essere anche i rapporti sindacali: “A gennaio si discuteranno tutte le proposte che aiuterà nuova occupazione”. Letta non cita direttamente l’articolo 18: “Vogliamo creare occupazione buona e non senza diritti. Oggi il venir meno di tanti diritti fa sì che ci sia un grande sfruttamento. Tutte le proposte che creeranno nuova occupazione saranno benvenute”, e annuncia una rivoluzione all’interno di Poste Italiane, secondo il modello tedesco del “mitbestimmung”, per far partecipare i lavoratori alla vita di impresa. “L’Italia nel 2014 riuscirà a risolvere il problema del bicameralismo perfetto“: Letta ostenta ottimismo sulla collaborazione con i partiti e annuncia anche una riforma della Costituzione sulle province, dopo il primo passaggio di ieri alla Camera, con 277 voti favorevoli al disegno di legge che abolisce le province. “Bisogna togliere la parola province dalla Costituzione per evitare i ricorsi al Tar e alla giustizia amministrativa”.
Letta annuncia le riforme costituzionali: “Da ratificare con un referendum popolare”
E sul tema caldo delle slot machine parla di “danni sociali fortissimi” e di “necessità di un cambio radicale sul gioco d’azzardo”, dopo l’emendamento all’interno del decreto salva Roma che prevede la riduzione dei fondi agli enti territoriali che ostacolano la diffusione delle slot machine.
L’appello a Berlusconi e a Forza Italia: “Non cedano a derive populiste”