Ore 8,00. Roma, sede di Equitalia di via Cristoforo Colombo. Mancano ancora trenta minuti all’apertura degli sportelli ma fuori c’è già una lunga fila. “Sono qui per cercare di ottenere la massima rateizzazione”, dice il titolare di un’azienda che negli anni ha accumulato un debito di 1 milione di euro. “il debito originario era circa la metà – spiega – con gli interessi e le more siamo arrivati a questa cifra”. E’ un via vai continuo di persone con cartelline di documenti sotto il braccio. Non c’è molta voglia di parlare: “Lasciatemi stare – taglia corto un’anziana signora – devo pagare 4 mila euro e non so neanche perché”. Nessuno vuole farsi riprendere in volto dalle telecamere de ilfattoquotidiano.it. “Avevo un ristorante nel centro di Roma, il Comune ha chiuso la strada per tre anni e mezzo a causa di una buca. Ho perso tutti i clienti e non sono più riuscito a rientrare con i pagamenti”, spiega un signore mentre fuma una sigaretta all’ingresso, in attesa che arrivi il suo turno. Dal 1993, ha accumulato cartelle per 118 mila euro. “Equitalia non è così terribile come dicono tutti – chiosa un altro – nel mio caso è andato tutto liscio”. “Ho 300mila euro di debiti – racconta un altro signore che non ha più un lavoro dopo un investimento sbagliato – non so come fare a pagare, non so neanche come dirlo a casa”. Anni di multe per violazione del codice della strada: 10 mila euro. E’ una delle altre storie: “Ci sto mettendo le tende qui”. Un ultimo tiro alla sigaretta, è il suo turno e prima di entrare ci saluta così: “E’ proprio un bel Natale, non c’è che dire” di Annalisa Ausilio e Loredana Di Cesare