Il Consiglio comunale di Torino deve votare una delibera per assegnare una “residenza virtuale” ai profughi che vivono in città. Il centrodestra decide di fare ostruzionismo. Vengono presentati centinaia di emendamenti, poi l’opposizione chiede una sospensione. Appena il presidente del consiglio si allontana, dal suo posto una mezza dozzina di consiglieri (Fratelli d’Italia, Forza Italia e Nuovo Centrodestro) salgono sullo scranno più alto e si incatenano. Pochi minuti poi nella riunione dei capigruppo viene trovata una mediazione e il consiglio va avanti. Ma il sindaco dio Torino, Piero Fassino si impegna a portare le istanza dei consiglieri all’attenzione della Regione. I lavori possono riprendere e viene deliberato che i rifugiati politici avranno residenza in via Nelson Mandela. Tra i nuovi residenti anche 400 immigrati che da febbraio scorso occupano le palazzine dell’ex villaggio olimpico di Cosimo Caridi e Enrico Romanetto
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