Nel 2012 Luca Dordolo, capogruppo della Lega Nord al Consiglio comunale di Udine, su Facebook commentò così l'omicidio: "La donna gettata nel Po ha inquinato il nostro fiume sacro. Cosa direbbero se andassimo a fare lo stesso nel Gange?". Questa frase gli è costata 5 mesi di reclusione per propaganda sull'odio razziale
Per commentare l’omicidio di una donna indiana incinta da parte del marito, che poi gettò il corpo nel “sacro fiume” dei leghisti, scrisse su Facebook: “La donna indiana gettata nel Po ha inquinato il nostro fiume sacro. Cosa direbbero se andassimo a fare lo stesso nel Gange?”. Era il 2012 e Luca Dordolo ricopriva la carica di capogruppo della Lega Nord al Consiglio comunale di Udine. Oggi, per quella frase, l’ex capogruppo è stato condannato dal tribunale di Udine per propaganda sull’odio razziale a una pena di cinque mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena e non menzione.
Come riporta il quotidiano locale Messaggero Veneto, la condanna è stata emessa dal giudice Carla Missera. Il pm aveva chiesto solo il pagamento di una multa di 2 mila euro in base alla Legge Mancino; mentre per la difesa Dordolo andava assolto. Punzecchiato dalla trasmissione radiofonica di Radio 24 La Zanzara che scoprì il post, il capogruppo del Carroccio si giustificò: “La mia era una battuta di umore nero – spiega -, volevo dire che questi qua possono fare quello che vogliono a casa nostra. E poi ero arrabbiato per come trattano le donne, così mi sono innervosito. Io detesto la violenza sulle mogli, sulle madri, come si fa a uccidere in modo così brutale? Io non sono d’accordo che lo Stato italiano sia costretto a mantenere in carcere un uxoricida e delinquente. Propongo uno scambio: noi restituiamo all’India l’assassino della moglie incinta, loro ci rimandano finalmente a casa i due marò in prigione da mesi”.
Ma il leghista non è nuovo a uscite di stampo razzista. Dopo essere stato espulso a giugno del 2012, per le polemiche su quella frase quella frase, Dordolo aveva rincarato la dose postando l’immagine di un orango accanto a quella di Mario Balotelli, commentando “Ma sono uguali!!!”. Mentre dopo aver appreso della condanna si è limitato a dire: “Ecco come siamo messi, questa è la dimostrazione di come funziona la giustizia italiana“, come riporta il quotidiano Veneto.