Il comico genovese attacca il Colle (anche) a Natale, auspicando che questo sia l'ultimo discorso di Capodanno da Capo dello Stato "per consentirgli di godere un meritato riposo con la sua famiglia e di trascorrere serene giornate sulle panchine del Pincio con dei vecchi amici"
“C’era una volta…. un re, direte voi. No, c’era un presidente della Repubblica“. Inizia così la fiaba che Beppe Grillo ha raccontato sul suo blog per il giorno di Natale, sperando che il discorso che farà Napolitano agli italiani a Capodanno sia l’ultimo da Capo dello Stat0. “A gennaio il Movimento 5 Stelle chiederà l’impeachment per la sua decadenza”, come già aveva anticipato il comico dal palco del V-day di Genova: una proposta che aveva trovato anche l’apertura di Silvio Berlusconi. “L’impeachment è un atto d’amore per consentirgli di godere un meritato riposo con la sua famiglia e di trascorrere serene giornate sulle panchine del Pincio con dei vecchi amici. Chissà se ringrazierà. Merry Christmas – scrive nel post – mister President”.
Grillo cita il processo sulla Trattativa Stato-mafia e le intercettazioni tra Mancino e Napolitano, distrutte dal gip di Palermo: “Il vecchio signore era una presenza intramontabile. Rassicurante. La parola del presidente era sacra, inviolabile, non poteva essere udita dai magistrati. Quando ciò accadeva e una sua conversazione con un indagato veniva registrata, il presidente faceva cancellare i nastri. Il suo nome, come quello di Dio, non poteva essere nominato invano neppure nelle assise parlamentari. Il presidente non aveva data di scadenza, pur prevista nella Costituzione, e si faceva rieleggere, per il bene del Paese”.
Proprio durante il discorso di fine anno, il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva espresso solidarietà al presidente della Repubblica, definendo “assolutamente fuori luogo” le critiche degli ultimi mesi fatte da Grillo. Secondo Fabrizio Cicchitto (Nuovo centrodestra) “Grillo – che tanti hanno pensato e pensano scioccamente di poter usare, da Bersani ieri a Renzi e Berlusconi oggi – ha una lucida volontà eversiva nei confronti del sistema in quanto tale e ovviamente nei confronti sia del Pd, sia di Fl”.
“Alla sua seconda rielezione – scrive il comico genovese – contribuì un signore pluri indagato, pluri processato, che venne condannato in via definitiva e poi allontanato dal Senato. Ma il vecchio presidente come poteva saperlo? Era quasi immortale, da lui però non si poteva pretendere anche l’onniscienza. (…) Dettava le condizioni del suo permanere ai primi ministri, ridotti alla stregua di gran ciambellani. Più invecchiava, più capiva che lui, solo lui, poteva invertire un percorso che si annunciava autodistruttivo. Non capiva perciò la contrarietà e perfino l’astio – conclude Grillo – che molti dei cittadini gli rivolgevano. E’ vero che non si era opposto energicamente ad alcune leggi vergogna, come il lodo Alfano che persino un bimbo avrebbe bocciato come incostituzionale e che si era preso libertà che sconfinavano dal suo ruolo, ma era per il bene supremo del Paese”.