La masseria di San Giuseppiello – comune di Giugliano, in Campania – vista dall’alto aveva qualcosa che non quadrava. La via di accesso era troppo larga, segno inequivocabile di un transito di camion che nulla avevano a che fare con la normale attività agricola. Poi le analisi del perito della Dda di Napoli Giovanni Balestri hanno confermato i sospetti: in quella terra coltivata a frutteto, di proprietà della famiglia Vassallo, sono state sversate per anni scorie industriali, partite dal nord e arrivate in Campania grazie alla rete di complicità gestita dal clan dei Casalesi. Venti ettari che ancora oggi erano di fatto coltivati da uno dei fratelli Vassallo, nonostante il sequestro dell’appezzamento scattato nel 2009. Nessun frutto poteva più essere raccolto, quel terreno era ormai condannato, come è accaduto per centinaia di campi a cavallo tra le province di Napoli e Caserta.

Un divieto che Nicola Vassallo – fratello del collaboratore di giustizia Gaetano, testimone chiave nel processo contro Nicola Cosentino – non ha però rispettato. Il giorno di Natale la squadra mobile di Caserta gli ha notificato un provvedimento di obbligo di dimora firmato dal gip del Tribunale di Napoli, che lo accusa di aver continuato a produrre ortaggi e verdure sui terreni avvelenati di sua proprietà. L’elenco delle sostanze tossiche riscontrate nelle analisi è una sorta di campione del lungo elenco dei veleni sversati in Campania dal clan dei casalesi, su mandato delle industrie del nord: cromo, zinco, berillio, stagno, arsenico, cobalto e tallio.

Da tempo la squadra mobile di Caserta – che il 25 ha eseguito l’ordinanza contro il fratello di Gaetano Vassallo – sta monitorando i terreni sequestrati dopo il ritrovamento dei rifiuti tossici sversati dalla fine degli anni Ottanta in poi. Spesso le coltivazioni non vengono sospese, con la conseguente immissione di prodotti contaminati sui mercati. Nel caso di Nicola Vassallo la polizia è riuscita a sorprendere l’imprenditore dopo una lunga serie di appostamenti. Il provvedimento del gip prevede ora il divieto di accedere al comune di Giugliano.

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