Al Carroccio certe inchieste non piacciono. Lunedì scorso al Consiglio regionale del Piemonte la maggioranza ha chiesto la chiusura entro il 31 dicembre della commissione d’indagine sugli appalti della sanità. La decisione è stata presa dopo la richiesta del Partito Democratico di affrontare in una seduta straordinaria gli atti illegittimi dell’Asl Torino 1, diretta da Giovanna Briccarello, ex senatrice dela Lega Nord. Così l’ultima assemblea è stata tenuta a porte chiuse per evitare la diffusione di informazioni e nomi al pubblico: così ha deciso il presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo che ha accolto la richiesta del suo collega di partito Massimiliano Motta (FdI), spesso critico nei confronti della diffusione di notizie.
A molti consiglieri la richiesta del Pd è sembrata l’ennesimo attacco politico alla maggioranza. Per questa ragione, secondo il capogruppo leghista Mario Carossa, la commissione va chiusa: “L’utilizzo aggressivo e fuori da quelli che ritengo siano i canoni di attinenza istituzionale, ma con precisi fini politici, del Consiglio straordinario di oggi non può che generare riflessioni importati – ha detto -. Come si può dibattere in aula di argomenti che sono ancora al vaglio della commissione di indagine, di fatto scavalcando le sue funzioni e anticipando anche le sue conclusioni?”. Per indorare la pillola in un periodo di attenzione alle spese della Regione, Carossa passa piano economico: “Annullando la commissione si effettua anche un risparmio immediato di alcune migliaia di euro”.
Eppure in passato il presidente della Regione Roberto Cota aveva espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione d’indagine presieduta dal consigliere Udc Alberto Goffi. D’altronde la commissione aveva portato a galla molti sprechi e molte irregolarità avvenute soprattutto nel mondo della sanità, ambito nel quale la giunta di Cota ha sempre agito con l’intento di tagliare i costi. Nonostante la creazione delle “federazioni sanitarie” (che avrebbero dovuto accentrare le gare d’appalto, gli affidamenti e gli incarichi in un’ottica di risparmio), le singole Asl e aziende ospedaliere hanno continuato a gestire i loro affari per quasi 616 milioni di euro in quattordici mesi. Sono state fatte moltissime proroghe ai contratti e la commissione d’indagine ne ha contate 1.725 per un importo complessivo di quasi 245 milioni di euro. Alcune sembrano sospette: “Si verificano casi in cui una sola impresa fornitrice risulta beneficiaria di tredici proroghe per importi di centinaia di migliaia di euro”, segnalava a ottobre Goffi, che ha voluto mettere le informazioni a disposizione delle procure e della Corte dei conti.
La magistratura contabile si è già mossa e ha acquisito alcuni documenti, mentre alcuni consiglieri, in qualità di pubblici ufficiali, hanno segnalato alcuni fatti ai pm. In procura potrebbero finire anche i 26 contratti senza gara fatti dall’Asl Torino 1 e prorogati “in sanatoria” dalla direttrice Briccarello, così come una vicenda emersa nei lavori della commissione: quella del parcheggio dell’ospedale Molinette di Torino costato 1,9 milioni di euro e utilizzato solo per pochi mesi. Ora la direzione vorrebbe convertirlo in un magazzino per un’ulteriore spesa di 400mila euro. “La commissione d’indagine deve andare avanti – dichiara Davide Bono, consigliere del M5S e componente della commissione -. Ci sono diverse Asl, aziende ospedaliere e aziende universitarie da valutare”. L’assessore regionale alla Sanità Ugo Cavallera ritiene che questa attività di indagine “sia utile e possa costituire un riferimento in questa fase di riorganizzazione dei servizi sanitari regionali e di riequilibrio dei conti economici”.