Dal dopoguerra ad oggi, siamo cresciuti su fondamenta fatte di debiti, di petrolio a basso costo, svalutazioni monetarie e di politiche che hanno protetto i nostri prodotti.

Ora, i prestatori internazionali non si fidano più di noi, in particolare della nostra classe politica, ma anche degli italiani che l’ha votata pensando di averne qualche vantaggio.

Il petrolio a basso costo non c’è più ed il costo dell’energia è destinato a salire rendendo difficile la vita alle industrie ed alle famiglie, non essendoci un piano energetico che affronti seriamente, conti alla mano, questo problema per il futuro. Sui cambiamenti climatici causati prevalentemente dall’uso (e abuso) dei combustibili fossili, poi, buio profondo; le catastrofi si susseguono, si cerca di correre ai ripari con la “strategia di adattamento”, dimenticando la mitigazione, e questo vale per l’Italia ma anche per molti altri paesi.

Da quando siamo poi entrati nell’euro, di svalutazioni monetarie, poi, non se ne può più parlare.

Abbiamo voluto liberalizzare; centro destra e centro sinistra hanno fatto a gara, perché essere liberal voleva dire essere moderni; risultato: noi non riusciamo più a vendere le nostre merci, mentre siamo invasi da prodotti a basso costo da tutto il mondo, dai prodotti agricoli a quelli tecnologici. Le nostre industrie che vanno bene vengono acquistate per poco da investitori stranieri che spesso poi le chiudono, quelle che vanno male chiudono pure loro; pochi valorosi resistono.

Come uscirne? Le proposte che ogni giorno ci vengono presentate sono, per esempio:

1. Crescita, crescita crescita, come ricetta per ogni problema e placebo di tutti i mali. Ma “chi crede che possa esistere crescita continua in un pianeta limitato è un pazzo o economista”;

2. Diminuire i costi della politica: misura scarsamente significativa dal punto di vista finanziario, ma necessaria e con grande valore simbolico; prima di tutto “dai il buon esempio”!

3. Tagliare il costo del lavoro: non è a questo livello che si affronta la competizione internazionale, ma sulla qualità dei prodotti;

4. Tagliare o non indicizzare le pensioni, bloccare contratti e stipendi, inventarsi ticket e tasse di vario genere: serve solo ad impoverire la gente, riducendone il potere di spesa e deprimendo il mercato;

5. Ridurre la spesa pubblica e privatizzare i servizi: sono gli sprechi che devono essere eliminati, ma senza penalizzare i servizi pubblici, che tali dovrebbero restare in alcuni settori (scuola, sanità, e forse anche energia). Il privato guarda al profitto, non alla qualità del servizio e molte privatizzazioni ne hanno portato solo peggioramenti e anche aumento dei costi, diretti o indiretti a carico della collettività.

I politici poi ci invadono con decaloghi di ogni tipo, sul risparmio dell’acqua, dell’energia, sui rifiuti… Scaricando i problemi sul cittadino e dicendo che tutto dipende da stile di vita e comportamenti individuali. Addirittura, si fanno decaloghi contro i furti dicendo “chiama subito il 112”, e “fai sempre denuncia”, quasi la colpa non sia dei delinquenti ma dei cittadini sprovveduti. Ma i decaloghi, come già abbiamo scritto, devono valere per tutti.

Un qualsiasi politico serio dovrebbe finalmente avere il coraggio di dire agli italiani che la crescita è finita e che, anche noi, come tutte le grandi civiltà, dopo aver vissuto un periodo di prosperità, ci stiamo avviando, anzi siamo già entrati, in un declino economico (e morale) e che questo potrà essere rallentato e reso meno pesante se si adotteranno rapidamente i provvedimenti sotto elencati:

– lotta senza quartiere alla mafia che distorce il sistema economico e tiene ormai sotto controllo buona parte del paese

– lotta senza quartiere alla corruzione che sta facendo marcire l’Italia punendo severamente chi prende mazzette o corrompe per avere vantaggi

– lotta senza quartiere all’evasione fiscale facendo veramente pagare le tasse a tutti

– lotta senza quartiere alla burocrazia che tratta i cittadini come sudditi e impedisce alle imprese serie di lavorare, semplificando veramente la vita del cittadino

– riforma seria della giustizia, assicurando giustizia a chi se la merita e galera vera a chi compie reati

– garantire sicurezza ai cittadini

piano energetico per affrontare seriamente, non in modo ideologico, ma pratico, il problema della fine dei carburanti fossili a basso prezzo

– una seria e non demagogica politica dell’immigrazione che sappia accogliere solo coloro che poi sia in grado di integrare

– una chiara definizione dei compiti, dei limiti e delle responsabilità degli enti locali

– troncare sul nascere e con la massima determinazione ogni episodio di quello che è il più grave vizio di molti italiani: il furbismo

Vedremo se qualcuno avrà il coraggio di dire e fare queste cose; altrimenti, il rischio è che prima o poi si aspetti l’arrivo dell’uomo forte.

 
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