La cosa più incredibile è che ci sia qualcuno che fa finta di considerare un novità il fatto che in Parlamento i provvedimenti di fine anno sono l’occasione per forzare la mano su mance, mancette, privilegi e ruberie. E’ sempre stato così, nella più totale disattenzione dei media. Per fortuna ora c’è, quantomeno, una sensibilità diversa. Il Presidente Napolitano ha fatto bene ad intervenire per arginare il degrado istituzionale italiano, ed è certamente vero che “il procedimento legislativo in Italia non è quello di una democrazia moderna”. Le cause di tale degrado non sono di natura contingente, ma affondano le radici in decenni strapotere dei partiti e delle corporazioni che hanno eroso e distrutto la legalità costituzionale. A chi hanno tolto spazio i partiti? E’ semplice: al popolo. E non parlo di una categoria astratta, ma all’iniziativa popolare costituzionalmente normata.

Di conseguenza, una delle linee di riforma possibili e più urgenti consiste nel garantire all’iniziativa popolare (referendaria e legislativa) lo spazio che la Costituzione le attribuisce, sottraendolo alle manovre di corredo proprie dell’abuso della decretazione e dei provvedimenti omnibus. Una prima misura che deve essere intrapresa riguarda l’attuazione dell’articolo 71 della Costituzione, in base al quale “Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli“. A tal fine, i regolamenti parlamentari dovrebbero essere modificati per garantire tempi certi di esame da parte delle Camere. Nell’immediato, i Gruppi parlamentari potrebbero comunque accordarsi per riservare alla trattazione delle proposte di legge un canale preferenziale in modo che siano discusse e votate entro l’anno tutte le proposte giacenti. Come comitato promotore della proposta per l’eutanasia legale abbiamo preso contatto con gli altri Comitati in vista di una iniziativa comune.

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