Cultura

Romanzi: I sanguinosi anni Settanta di David Peace

“Antica città di merda inglese! Come mai è qui, questa antica città di merda inglese? La famosissima ciminiera grigia, gigantesca, del suo più vecchio stabilimento! Come mai è qui? Non c’è nessuno spunzone di metallo arrugginito nell’aria che interrompa la visuale in alcun punto della prospettiva reale. Cos’è questo spunzone che s’intromette, e chi l’ha messo lì? Sarà per ordine della Regina, per impalarci un’orda di ladri del Commonwealth, uno dopo l’altro. È così, perché i cembali risuonano e passa la Regina che va a palazzo in lunga processione. Diecimila spade scintillano al sole, e tre volte diecimila fanciulle danzano e spargono fiori. Seguite da elefanti bianchi bardati di bianco, rosso e blu, una moltitudine infinita, con infiniti scudieri. Eppure la ciminiera si leva sullo sfondo, dove non è possibile che sia, e ancora nessun corpo si contorce sull’orrido spunzone.”

È un brano tratto da “1977“, dello scrittore inglese David Peace, secondo episodio della “Red Riding Quartet“, la tetrologia di romanzi noir ambientati nello Yorkshire di fine anni Settanta e primi Ottanta (gli altri titoli sono “1974“, “1980” e “1983“), segnati dagli efferati delitti dello Squartatore dello Yorkshire.

Il romanzo in Italia è stato pubblicato, così come per gli altri titoli di Peace, da Il Saggiatore, e si tratta di un libro dove si alternano con ritmo vorticoso, allucinato e rabbioso i punti di vista di due personaggi, il sergente Bob Fraser e il giornalista Jack Whitehead sulle tracce dello squartatore.

Quella di di Peace è una scrittura attenta alle sfumature climatiche, urbane e umane dello Yorkshire. Una scrittura che sembra ispirarsi ai quadri allucinati di Francis Bacon e al sentimento di esplicito disgusto della musica punk (i titoli delle varie parti del libro sono i titoli di canzoni dei Clash e dei Sex Pistols). Nell’anno del giubileo della regina un maniaco imperversa nelle strade di Leeds, seviziando e uccidendo prostitute. La polizia si dimostra impotente e lo Squartatore dello Yorkshire serra la sua morsa di paura sulla città e sui cuori di due uomini. Bob Fraser, sergente della omicidi, marito e padre assente, cerca di tirare avanti in un mondo dai confini sfumati, dove i “buoni” sono spesso cattivi e i “cattivi” non sono poi così male. Il giornalista Jack Whitehead è un sopravvissuto, ha accettato compromessi ed è rimasto vivo. Ma i fantasmi del passato e le vittime a cui non ha reso giustizia lo tormentano mentre segue i casi dello Squartatore per lo Yorkshire Post. Basandosi su fatti realmente accaduti, David Peace affonda la penna in una nazione violenta e corrotta, così come aveva già fatto in “1974”, dove ad Edward Dunford, corrispondente di cronaca nera per lo Yorkshire Post, viene affidato di seguire il caso della scomparsa della piccola Clare Kemplay, che in seguito verrà ritrovata morta con evidenti segni di violenza. Il caso diventa un incubo, un’ossessione per Dunford, insieme al terribile sospetto che la morte di Clare sia collegata ad altri casi di bambine scomparse. La ricerca della verità fa sprofondare il giornalista nel cuore malato della Gran Bretagna, segnato da corruzione, tensioni sociali e intolleranza.
1974” inaugura una tetralogia rivoluzionaria, in cui il romanzo noir diventa lo strumento privilegiato per raccontare lo spaccato sociale di una nazione e i suoi luoghi.

David Peace è stato paragonato a James Ellroy. È vero che in Peace come in Ellroy la scrittura è uno strumento di indagine, mossa da un desiderio profondo di conoscenza che spinge lo scrittore a cercare indizi e nessi, ma è una motivazione valida per metà degli autori, seri, di storie noir. Lo stile di David Peace è onirico, gustosamente britannico, è una scrittura che puzza di moquette e pudding, di comunità pakistane e di ottusi uomini che non potrebbero vivere in altri posti se non nelle desolanti zone industriali e depresse intorno a Leeds, uomini che nulla hanno a che fare, nemmeno nella loro patologica disperazione, con i perdenti diseredati creati da Ellroy.

David Peace è nato nel 1967 a Ossett, nel West Yorkshire. Nel 1991 lascia il Manchester Polytechnic per andare a insegnare inglese a Istanbul, dove rimane per due anni, prima di tornare in patria. Dal 1994 si trasferisce a Tokyo, con l’intenzione di trascorrervi un periodo altrettanto breve, invece si ferma a vivervi stabilmente.

Nel giro di quattro anni, dal 1999 al 2002, pubblica il cosiddetto “Red Riding Quartet“. Nel 2003 l’autorevole rivista letteraria Granta inserisce Peace nella sua lista dei venti migliori giovani (under 40) romanzieri britannici (Best Young British Novelists), pubblicata a cadenza decennale. La sua opera successiva, “GB84” (2005), è incentrata su un episodio cruciale della storia britannica, lo sciopero dei minatori del 1984-1985, terminato con la vittoria di Margaret Thatcher e del Partito Conservatore e la completa sconfitta dei sindacati. In “Il maledetto United” (2006) Peace racconta, a modo suo, il breve periodo (soli 44 giorni) durante il quale Brian Clough allenò il Leeds United nel 1974. Con “Tokyo anno zero” (2007) dà inizio a una trilogia ambientata nel Giappone devastato dopo la Seconda guerra mondiale, durante l’occupazione americana, ispirata ad autentici episodi di cronaca nera.