La tentazione del Cavaliere: cercare di "oscurare" l'intervento di Napolitano e quello annunciato da Beppe Grillo. Intanto lui se la prende ancora con i partiti piccoli: "Il miglior sistema elettorale è quello bipolare, sul modello Usa"
Discorsi alla Nazione per tutti i gusti. Se volete andiamo sul classico: l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dal Quirinale. Oppure, se credete, possiamo andare su tinte più anti-sistema: Beppe Grillo interverrà non a reti unificate, ma come sempre dalla sua Cosa e verosimilmente dalla sua casa. Ma, se vi piace il fascino del giallo, per fare prima potete scegliere il discorso di un pregiudicato per frode fiscale: Silvio Berlusconi sta infatti pensando a un video da spedire come sempre a tutte le redazioni dei telegiornali per salutare gli italiani e per battere sul tempo sia il Colle sia il leader del Movimento Cinque Stelle. In attesa che discorsi alla Nazione fatti in casa arrivino anche dal resto di partiti (chissà se anche il Gal è interessato), movimenti, associazioni e sindacati e che magari sul satellite nasca pure un canale tematico, il Cavaliere è tornato a parlare in un’intervista mattutina al Tg5 che per ora non ha avuto l’effetto sperato (dal capo di Forza Italia).
Una cosa però Berlusconi la ripete: il Paese è “ingovernabile” e per questo è necessario che “gli italiani imparino a votare”. L’ex presidente del Consiglio ribadisce un concetto a lui caro in questi vent’anni: “Serve la maggioranza assoluta in Parlamento per cambiare l’assetto istituzionale del Paese, che è ingovernabile. Il miglior sistema elettorale è quello bipolare, sul modello Usa“. “I piccoli partiti – ha detto ancora il Cavaliere – non mi hanno mai consentito di varare le grandi riforme che servono all’Italia”. E’ finito ufficialmente, invece, il periodo dei ristoranti pieni, ora che Berlusconi non è più al governo: “I dati economici sono negativi – rivela – Lo dimostra il Natale di quest’anno che è stato dimesso: c’è paura e sfiducia. Solo con meno spese e con meno tasse potremo avviarci verso la ripresa”. L’ex capo del governo attacca poi la politica economica dell’attuale governo parlando di cattiva politica delle tasse e della spesa pubblica che portano un clima di sfiducia generale. E visto che è tornato a Forza Italia gli viene facile tornale anche allo slogan: “Meno spese e meno tasse per tutti“. Dimenticando di aver governato per 8 degli ultimi 12 anni. Il Cavaliere se la prende poi con quella giustizia “politicizzata” che lo “incolpa” di essere un ostacolo alla conquista del potere da parte della sinistra. Da qui “la vendetta giudiziaria” contro di lui organizzata “scientificamente”. “Ma gli italiani hanno capito”, aggiunge ribadendo il ruolo della nuova Forza Italia e dei suoi 6mila club, il “canale giusto per un impegno” in politica da parte dei cittadini. Le novità in casa Pd e Lega, con le leadership di Renzi e Salvini, non lo entusiasmano per niente: “Le novità – dice – non si misurano con l’anagrafe ma sulle idee. Lo spartiacque tra noi e la sinistra sta proprio nella concezione che la seconda ha del governare, troppo infarcita di “tasse, patrimoniali e imposte di successione”, mentre Forza Italia è l’unico “baluardo” a difesa dei risparmi.