Politica

Milleproroghe: uomini delle Istituzioni contro le Istituzioni

La Costituzione consente al Governo d’aggirare il Parlamento e governare senza di esso, ma solo in casi eccezionali: con i Decreti, su singole questioni ben individuate, veramente ‘gravi ed urgenti’: calamità naturali, guerre, cigni neri, Smaug, ecc. Il Comune di Roma stava per fallire: il Governo ha ritenuto che fosse un fatto grave e urgente (dov’era fino a ieri?). E ha predisposto un Decreto Legge, detto ‘Salva Roma’. Poi ha pensato d’infilarci dentro di tutto: in barba alla Costituzione; che ormai la Casta non vede perché si dovrebbe rispettare. E lo ha intitolato ‘Misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio’. È esclusa la Luna.

Una Costituzione. Un Decreto che l’abusa. Un Parlamento, saturato dall’attività di conversione in Legge dei Decreti governativi, in cerca di un ruolo. Come fare, se non infilandosi nelle Leggi di conversione dei Decreti Legge governativi? Ormai è prassi… (In Agosto, per esempio, erano riusciti ad infilare in un Decreto contro il femminicidio la questione – urgente e grave – dei fuochi d’artificio…). E così il Decreto ‘Milleproroghe’ si appesantisce; gli emendamenti fioccano. Con la regia del Governo. Che non si oppone, anzi: in Commissione dà ‘parere favorevole’ su quasi tutto. L’assalto alla diligenza procede velocemente, grazie ai tempi contingentati dai regolamenti Parlamentari, che consentono ormai al Parlamento italiano di approvare Leggi in tempi record.

Ma nel corso del passaggio dal Senato alla Camera, grazie al bicameralismo perfetto, qualcosa s’inceppa. L’opposizione alza la voce sugli affitti d’oro; qualcuno nota che non c’è più copertura finanziaria; altri ricordano che c’è in giro una certa aria di rivolta: la gente sta prendendo il brutto vizio di scendere in strada con la Costituzione in una mano e i forconi nell’altra. Persino Napolitano fa sapere che così non va. E allora il Governo, tutto teso a un solo obiettivo (chi indovina quale?), ritira il suo Decreto Legge in dirittura d’arrivo. Tanto, morto un Decreto, se ne fa un altro. Non una bella vicenda. Presidenza della Repubblica, Governo, e Senato giocano a scarica-barile; i giornali commentano con durezza. Ma è virtù dei ‘grandi’ trasformare i rischi in opportunità. Perciò Letta dichiara: “Tutta la vicenda ha reso evidente quanto in questo paese sia essenziale una riforma complessiva del procedimento legislativo”, a partire “dal bicameralismo perfetto”, a cui bisogna mettere mano “nel 2014”.

La vicenda del Milleproroghe ripete uno schema ormai collaudato. La Casta calpesta la Costituzione (le regole) per farsi gli affari suoi (o di chi assicura il suo potere). Quando fa una figuraccia, rovescia la frittata e dà la colpa alla Costituzione. La stampa non obietta; il distratto cittadino ci crede. Qual è l’obiettivo?

Buon Anno nuovo.