L'uomo, considerato l'elemento di spicco dell'omonima cosca, è stato sottoposto alla misura di prevenzione dal Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bologna
Francesco Grande Aracri, 59anni, considerato elemento di spicco dell’omonima cosca di ‘Ndrangheta, è stato sottoposto alla misura di prevenzione di sorveglianza speciale, disposta dal Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bologna. Imprenditore edile a Brescello (Reggio Emilia), era stato colpito a inizio novembre dal sequestro preventivo di beni per tre milioni di euro, provvedimento che è stato giudicato dal recente Rapporto regionale sulle mafie “un fatto importante e raro, che sicuramente stabilirà un punto fermo per future iniziative simili”. La corte, il 18 dicembre scorso, si era riservata la decisione e ora ha sciolto la riserva con l’applicazione della sorveglianza speciale. Secondo gli accertamenti dei carabinieri di Reggio Emilia, coordinati dalla Dda di Bologna, la ‘ndrina Grande Aracri è capeggiata dal fratello Nicolino ed è operante a Cutro (Crotone) e nel Reggiano.
Il provvedimento deriva dalla complessa indagine che ha coinvolto anche Francesco Grande Aracri, gravato da sentenza definitiva per associazione di stampo mafioso a Reggio Emilia dal 2001 al 2003. Allora l’articolazione della ‘ndrangheta operante stabilmente nel territorio e provincia venne duramente colpita, riscontrando estorsioni nei confronti di gestori di pubblici e privati esercizi, oltre a un’attività di fatturazione per operazioni (totalmente o parzialmente) inesistenti nei confronti di imprenditori, prevalentemente edili. Aracri sovraintendeva e dirigeva queste attività nel reggiano.