Una partita per la tradizione e per l’orgoglio. E chissà, forse anche per l’indipendenza catalana. Da oltre quindici anni la nazionale di calcio della Catalogna disputa un’amichevole internazionale durante il periodo delle feste natalizie. In passato ci sono state sfide anche prestigiose, come contro l’Argentina nel 2009. Stavolta l’avversario è di rango più modesto. Ma mai come quest’anno la partita ha avuto un’importanza tale da trascendere i confini di una semplice amichevole, e persino dello sport. Stasera la Catalogna scende in campo alle 19, a Barcellona, contro Capo Verde. Il match cade nel mezzo della rovente discussione sul referendum per l’indipendenza catalana. E il calcio ha sempre alimentato il sentimento secessionista.
In campo, agli ordini del ct Gerard (ex bandiera del Valencia di inizio Anni Duemila, ha da poco sostituito Johan Cruyff sulla panchina catalana), ci saranno fra gli altri Jordi Alba, Martin Montoya, Marc Bartra, Sergio Busquets, Gerard Piqué, Cesc Fabregas. Mezzo Barcellona, campioni che negli ultimi anni hanno vinto tutto con la nazionale della Spagna, ma che alla divisa roja preferiscono quella a strisce giallorosse della Catalogna. La stessa adottata, non a caso, come seconda maglia anche dal Barcellona a partire dal 2013. Non ci saranno, ma solo per infortunio, Xavi Hernandez e Charles Puyol, che il Mondiale del 2010 lo avevano festeggiato portando in giro per il campo la Senyera (la bandiera nazionale della Catalogna).
Per giocatori e tifosi la nazionale di calcio catalana è un simbolo. Vederla giocare partite vere, e non solo amichevoli, un sogno che va di pari passo al progetto indipendentista. Per questo, e non solo per celebrare una tradizione natalizia, stasera ci saranno migliaia di persone ad assistere alla sfida contro Capo Verde. L’ultimo aggiornamento parla di oltre 20mila biglietti venduti. Lo stadio era stato attrezzato per ospitare 30mila persone, ma visto l’ottimo ritmo di vendita non è escluso che la quota venga superata, e possa rendersi necessaria l’apertura di altre tribune (la capacità complessiva è di 45mila unità). Anche la scelta dell’impianto non è casuale: lo stadio olimpico Montjuïc (dove fino al 2009 giocava l’Espanyol), intitolato a Lluís Companys, presidente del governo autonomo della Catalogna negli Anni Trenta.
Lo scontro sul referendum è destinato a farsi sempre più acceso nei prossimi mesi. E il calcio potrebbe giocarvi un ruolo da protagonista. Non si tratta solo di partite ed esultanze. C’è anche, infatti, chi ci sta mettendo la faccia. Di recente, Josep Guardiola (ex allenatore del Barça, oggi sulla panchina del Bayern Monaco; un vero e proprio mito per la comunità catalana) non ha usato mezze parole per appoggiare il referendum: “Non c’è atto più democratico del voto, è un’opportunità unica e irripetibile, anche per chi non è d’accordo con l’indipendenza. Le leggi cambiano, sono i popoli che lo chiedono”, ha spiegato, aggiungendo di provare “immensa ammirazione” per i partiti che hanno promosso il referendum. E concludendo: “Il 9 novembre (giorno in cui dovrebbe celebrarsi il voto, nda) ci sarò sicuramente”. Insieme a Pep ci saranno anche tanti altri catalani. Che intanto oggi, per una sera all’anno, potranno tifare per la Catalogna, la propria nazionale. E non per la Spagna.
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I calciatori del Barcellona con la maglia della Catalogna in campo l’indipendenza
Stasera la Catalogna scende in campo alle 19 contro Capo Verde. Il match cade nel mezzo della rovente discussione sul referendum per l’indipendenza catalana. E il calcio ha sempre alimentato il sentimento secessionista. In campo, agli ordini del ct Gerard Jordi Alba, Martin Montoya, Marc Bartra, Sergio Busquets, Gerard Piqué, Cesc Fabregas
Una partita per la tradizione e per l’orgoglio. E chissà, forse anche per l’indipendenza catalana. Da oltre quindici anni la nazionale di calcio della Catalogna disputa un’amichevole internazionale durante il periodo delle feste natalizie. In passato ci sono state sfide anche prestigiose, come contro l’Argentina nel 2009. Stavolta l’avversario è di rango più modesto. Ma mai come quest’anno la partita ha avuto un’importanza tale da trascendere i confini di una semplice amichevole, e persino dello sport. Stasera la Catalogna scende in campo alle 19, a Barcellona, contro Capo Verde. Il match cade nel mezzo della rovente discussione sul referendum per l’indipendenza catalana. E il calcio ha sempre alimentato il sentimento secessionista.
In campo, agli ordini del ct Gerard (ex bandiera del Valencia di inizio Anni Duemila, ha da poco sostituito Johan Cruyff sulla panchina catalana), ci saranno fra gli altri Jordi Alba, Martin Montoya, Marc Bartra, Sergio Busquets, Gerard Piqué, Cesc Fabregas. Mezzo Barcellona, campioni che negli ultimi anni hanno vinto tutto con la nazionale della Spagna, ma che alla divisa roja preferiscono quella a strisce giallorosse della Catalogna. La stessa adottata, non a caso, come seconda maglia anche dal Barcellona a partire dal 2013. Non ci saranno, ma solo per infortunio, Xavi Hernandez e Charles Puyol, che il Mondiale del 2010 lo avevano festeggiato portando in giro per il campo la Senyera (la bandiera nazionale della Catalogna).
Per giocatori e tifosi la nazionale di calcio catalana è un simbolo. Vederla giocare partite vere, e non solo amichevoli, un sogno che va di pari passo al progetto indipendentista. Per questo, e non solo per celebrare una tradizione natalizia, stasera ci saranno migliaia di persone ad assistere alla sfida contro Capo Verde. L’ultimo aggiornamento parla di oltre 20mila biglietti venduti. Lo stadio era stato attrezzato per ospitare 30mila persone, ma visto l’ottimo ritmo di vendita non è escluso che la quota venga superata, e possa rendersi necessaria l’apertura di altre tribune (la capacità complessiva è di 45mila unità). Anche la scelta dell’impianto non è casuale: lo stadio olimpico Montjuïc (dove fino al 2009 giocava l’Espanyol), intitolato a Lluís Companys, presidente del governo autonomo della Catalogna negli Anni Trenta.
Lo scontro sul referendum è destinato a farsi sempre più acceso nei prossimi mesi. E il calcio potrebbe giocarvi un ruolo da protagonista. Non si tratta solo di partite ed esultanze. C’è anche, infatti, chi ci sta mettendo la faccia. Di recente, Josep Guardiola (ex allenatore del Barça, oggi sulla panchina del Bayern Monaco; un vero e proprio mito per la comunità catalana) non ha usato mezze parole per appoggiare il referendum: “Non c’è atto più democratico del voto, è un’opportunità unica e irripetibile, anche per chi non è d’accordo con l’indipendenza. Le leggi cambiano, sono i popoli che lo chiedono”, ha spiegato, aggiungendo di provare “immensa ammirazione” per i partiti che hanno promosso il referendum. E concludendo: “Il 9 novembre (giorno in cui dovrebbe celebrarsi il voto, nda) ci sarò sicuramente”. Insieme a Pep ci saranno anche tanti altri catalani. Che intanto oggi, per una sera all’anno, potranno tifare per la Catalogna, la propria nazionale. E non per la Spagna.
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Gp d’Australia, Norris domina su Verstappen. Gara da sogno per Antonelli, unico esordiente al traguardo. Incubo per le Ferrari
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.