Dodici mesi di notizie, storie e avvenimenti che raccontano una Regione colpita dalla crisi economica e vittima di una politica troppo spesso debole e temporeggiatrice. Ma anche tante testimonianze di chi cerca di rinascere
Il tempo è quello dei bilanci. Il momento per sfogliare il calendario all’indietro e ripercorrere un anno fatto di luci e molte ombre. In Emilia Romagna il 2013 si è aperto con la campagna elettorale, è andato avanti portandosi via fabbriche e lavoro, e si è chiuso lasciando in eredità un Partito democratico che ha gli stessi attori ma parla una nuova lingua, quella di Renzi. Le fotografie simbolo sono quelle degli operai della Firem, la fabbrica modenese scappata a Ferragosto, e quelle degli sfollati del terremoto, costretti a dividere i container con i topi. Ma anche quelle degli scontrini dei consiglieri regionali, abituati a cene di lusso a spese di contribuenti, e quelle della casa-palestra esentata Imu dell’ex ministro Josefa Idem. Qualcosa c’è, però, nascosto nel mezzo che fa sperare, ancora una volta e nonostante tutto, in un nuovo anno migliore di quello che se ne va. La nascita della “comunità” di via Fondazza, ad esempio, o la mobilitazione per salvare il campo dei Mutoid di Sant’Arcangelo.
A come Aeroporto. La crisi della Riviera Adriatica, dal fallimento Aeradria al lavoro nero
Più la crisi economica morde, più la piaga del lavoro nero e sottopagato affligge la Riviera romagnola. Lontana dai fasti passati, da Ravenna a Cattolica anche nell’estate 2013 si sono levate alte le proteste di molti che per 800 euro sono costretti a lavorare sino a 15 ore al giorno. Sollevato dall’associazione Rumori sinistri e raccontato dal fattoquotidiano.it, il caso di Lucia, la ragazza siciliana licenziata e cacciata in piena notte per essersi ribellata, è solo la punta dell’iceberg. C’è chi, assunto per fare il cameriere, è costretto anche a fare il muratore o l’idraulico. Chi denuncia di essere costretto a mangiare gli scarti lasciati dai clienti dei ristoranti, invece che dei pasti destinati ai camerieri. L’unica luce nel quadro tetro della crisi, arriva per l’ennesimo anno dalla presenza in Romagna dei turisti russi: si parla di centinaia di migliaia di pernottamenti dalla Russia ogni anno con un aumento di oltre il 10% rispetto al 2012. Un mercato che ha ufficialmente superato quello tedesco. Ora tuttavia, il rischio è che il fallimento della società di gestione dell’aeroporto di Rimini, vero tramite con la Russia, possa azzoppare ancora di più il turismo rivierasco.
A come 2 Agosto: la commemorazione della strage di Bologna porta solo promesse
A Bologna, ogni anno, non si può poi non parlare della strage del 2 agosto 1980 (85 morti e 200 feriti). Rispetto al passato, il 2013 ha registrato una novità: Thomas Kram, l’ex militante delle Cellule Rivoluzionarie tedesche iscritto nell’estate 2011 nel registro degli indagati per l’attentato alla stazione, si è presentato ai magistrati emiliani per raccontare la sua versione. In città si trovava per caso, ha detto, e secondo lui “la pista palestinese (quella su cui stanno ancora indagando gli inquirenti, ndr) è il tentativo di reinterpretare la strategia della tensione”. Il giorno della commemorazione, inoltre, sul palco delle autorità c’erano il presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro agli affari regionali Graziano Delrio insieme a Paolo Bolognesi, alla guida dell’associazione vittime e deputato Pd. La promessa è arrivata da Delrio che ha parlato di risarcimenti e indennizzi previsti dalla legge 206 del 2004. “Contiamo di garantire nel prossimo decreto sicurezza alcuni provvedimenti in tema”. Poi, però, i fatti sono andati in modo diverso: appena 5 giorni dopo giunge la notizia di un primo rinvio e a fine novembre nemmeno nella legge di stabilità i risarcimenti trovano posto. Un po’ meglio va invece per i vitalizi dovuti ai feriti gravissimi, ma se risultati concreti ce ne saranno lo si saprà solo il 9 maggio 2014, giorno della memoria delle vittime di terrorismo e delle stragi.
B come “Bersaniani”: la classe dirigente Pd in Emilia Romagna sale sul carro di Renzi
È lo sport preferito dell’estate 2013. Soprattutto in Emilia Romagna il salto sul carro vincente del renzismo diventa pratica molto comune tra i più importanti dirigenti del Partito democratico. Il partitone, come lo chiamano da queste parti, passa armi e bagagli dalla fede bersaniana alla devozione verso il sindaco di Firenze. I suoi vertici per primi. Il caso più clamoroso è quello di Stefano Bonaccini. Il segretario regionale sino al giorno delle disastrose elezioni politiche di febbraio 2013 è fedelissimo di Pierluigi Bersani. Appena la stella del politico di Bettola comincia a calare Bonaccini comincia sempre più a essere in prima fila ai comizi di Renzi. Il 25 ottobre è a fianco a lui alla Leopolda. Il 9 dicembre è in segreteria nazionale a fianco del nuovo leader Pd. Virginio Merola, sindaco di Bologna diventa renziano convinto dopo avergli dato sostanzialmente del golpista in anni non lontani. Paolo Calvano, segretario a Ferrara, nel 2012 è responsabile regionale delle primarie di Bersani contro Renzi. A febbraio 2014 potrebbe correre come segretario regionale. Ora è renziano doc.
C come Carife: Bankitalia chiede il commissariamento della Cassa di risparmio di Ferrara
Il 30 maggio Bankitalia commissari Carife. Dopo anni di agonia, con il nuovo cda guidato da Sergio Lenzi chiamato a riparare ai danni della gestione Murolo (l’ex dg condannato per truffa aggravata a Milano nell’ambito del processo sui rapporti tra l’istituto di credito ferrarese e il gruppo milanese dei fratelli Siano), è stato azzerato su ordine del ministero dell’economia e delle finanze. Le motivazioni vanno ricondotte a gravi irregolarità nell’amministrazione. Sotto accusa le gestione fin troppo allegra dell’espansione e acquisizione di altri gruppi bancari, oltre alle operazioni in Lombardia portate della partecipata Vegagest. A guidare la Carife è ora il commissario straordinario Bruno Inzitari, avvocato milanese già commissario di società assicurative e gruppi bancari. Entro il prossimo febbraio è atteso un primo resocnoto del’amministrazione straordinaria.
C come Crociera di Forza Italia: da Cervia salpa la nave in difesa di Berlusconi
D come Delfinario: chiuso a Rimini per maltrattamento nei confronti degli animali
Chiuso per “maltrattamento nei confronti degli animali”. E’ stata la procura a scrivere indirettamente l’epilogo del Delfinario di Rimini, finito nel mirino degli animalisti, prima, e del Corpo Forestale dello Stato, poi, per via delle condizioni in cui venivano costretti a vivere i 4 delfini che quotidianamente si esibivano nella storica struttura, aperta nel 1968 sul lungomare Tintori da Nemmo Fornari. Secondo il Cites, infatti, i tursiopi, chiusi in un’unica vasca, troppo piccola per ospitarli tutti, venivano privati del cibo per modificarne il comportamento naturale ed erano sottoposti a dosi massicce di tranquillanti che dovevano controllarne l’aggressività, dovuta alla cattività. Alla comunicazione di reato, accompagnata da una multa inflitta ai proprietari del Delfinario, è seguita quindi una richiesta di sequestro dei quattro delfini firmata dal pm di Rimini Marino Cerioni e convalidata dal gip, che ha costretto la struttura a chiudere. E a nulla è valso il ricorso dei titolari al Tribunale del Riesame: l’autorità giudiziaria ha respinto entrambe le impugnazioni presentate dal Delfinario, confermando il sequestro dei delfini attualmente ospitati a Genova.
D come Demolizione della stazione Radio di Marconi: a Bologna
F come Firem: la fabbrica trasferita all’estero dai padroni all’insaputa degli operai
Hanno aspettato che arrivasse agosto e che, come ogni anno, i lavoratori andassero in ferie. Poi, a stabilimento chiuso, di notte, hanno svuotato la fabbrica e fatto caricare i macchinari su camion in partenza per la Polonia. È la storia della Firem, azienda di resistenze elettriche di Formigine, in provincia di Modena, che in estate decide di delocalizzare lasciando gli operai all’oscuro di tutto. A ferragosto la vicenda fa il giro d’Italia e finisce su tutti i giornali, grazie al picchetto permanente davanti allo stabilimento, organizzato dagli operai e dai delegati della Fiom. Da quel giorno si aprono tavoli e si avviano trattative ma l’epilogo non è a lieto fine. Oggi 40 operai aspettano ancora gli arretrati di agosto, mentre la proprietà, nonostante le precdenti promesse, ha annunciato di voler cessare definitivamente la produzione in Italia.
F come Facchini: la protesta dei lavoratori della logistica “trattati come schiavi”
Licenziati da Global Logic, Planet Log e Work Project, tutte della cooperativa Sgb, che gestisce i magazzini della Granarolo, per aver manifestato contro una decurtazione di stipendio del 35% in busta paga, è una stagione di proteste quella che ha visto protagonisti i lavoratori della logistica di Bologna. In piazza in più di un’occasione, coadiuvati da colleghi provenienti da tutta Italia, per chiedere il reintegro nel proprio posto di lavoro e condizioni più dignitose per l’intera categoria. Cortei, blocchi davanti ai cancelli della Centrale del Latte, presidi, picchetti: non sono bastate né le 179 denunce accumulate in poco più di due mesi da facchini e sindacalisti Si Cobas, denunce che rischiano di mettere in discussione il permesso di soggiorno necessario ai lavoratori licenziati, tutti stranieri, di rimanere in Italia, né l’accordo siglato in prefettura a luglio, a fermare le proteste. Dopo una tregua durata appena un mese i blocchi sono ricominciati, “e andranno avanti – promettono i lavoratori della logistica – finché tutti e 51 i facchini licenziati non saranno reintegrati“.
H come House concerts: la nuova moda degli artisti da Parigi a Bologna
Ovvero concerti a domicilio. Una formula che dagli Stati Uniti arriva fino all’Europa e al Belpaese, dove sempre di più sono le persone che decidono di aprire le porte di casa propria per ospitare musicisti e concerti privati in versione acustica: un modo originale per aggirare il problema dei prezzi esorbitanti dei biglietti e degli spazi per esibirsi sempre più ristretti a causa di crisi, giri di vite sugli orari dei locali e vincoli acustici sempre più rigidi. Così anche sui social network, Facebook in primis, nascono decine di pagine di “case aperte” di privati che allestiscono nei loro spazi gli house concerts ma anche piccole mostre o reading di poesia: come i ragazzi di Quarantatrebarradue che mettono a disposizione la loro casa di Bologna per piccole performances di teatro, musica e quanto altro abbia attinenza con l’arte. Amplificazione assente ed offerta libera ai musicisti per evitare problemi di qualsiasi genere, con i concerti che iniziano all’ora dell’aperitivo e finiscono tassativamente entro le 22:30 ed offerta libera. Una maniera più intima di vivere il contatto tra gli artisti e il pubblico, per sfuggire alle logiche del mercato musicale e scoprire talenti al di fuori del mainstream, in un’atmosfera rilassante e familiare.
I come Infiltrazioni mafiose: Emilia Romagna terra di radicamento della criminalità
Mel corso del 2013 l’Emilia Romagna si è confermata terra di infiltrazioni mafiose. A fine luglio gli studenti-giornalisti della web tv Cortocircuito di Reggio Emilia sono stati intimiditi mentre filmavano il cantiere in cui si era sviluppato un incendio. Quelle immagini sono finite poi nel documentario “Non è successo niente” su 40 roghi dolosi e la presenza della ‘ndrangheta nella provincia reggiana. Per quanto riguarda la camorra, invece, la direzione distrettuale antimafia di Napoli, in un documento, ha ricostruito la presenza del clan D’Alessandro di Castellamare di Stabia sulla costa adriatica, tra Ravenna e Rimini. Qui puntavano a riciclare i proventi del traffico di droga in night club, ristoranti, bar e negozi.
I come Inceneritore di Parma: riacceso l’impianto delle polemiche tra le ire di Grillo
Il 2013 è l’anno della sconfitta del sindaco Federico Pizzarotti contro l’inceneritore di Ugozzolo. A marzo la promessa più importante della campagna elettorale del primo cittadino Cinque stelle va in fumo con il primo collaudo del camino, che entra in funzione qualche mese dopo. Il Comune prova a imporre lo stop con la Provincia per la mancata agibilità della struttura, ma tra ricorsi e accensioni a singhiozzo, alla fine di agosto l’inceneritore entra in funzione definitivamente. “Ho fatto tutto ciò che era possibile fare con i poteri di un sindaco” ha detto Pizzarotti, mentre Beppe Grillo dal suo blog tuonava con post sulla Death Valley e i prosciutti alla diossina. Durante una manifestazione contro gli inceneritori Pizzarotti viene cacciato dalla piazza e il 16 novembre i no termo occupano l’impianto di Ugozzolo, imbrattandolo con scritte contro la multiutility Iren e il sindaco. La protesta è anche contro il piano regionale dei rifiuti, che potrebbe far bruciare nel camino di Parma anche immondizia da fuori provincia. Per Pizzarotti sarebbe un’altra sconfitta.[error]Not a YouTube, Vimeo or Google Video URL:
J come Josefa Idem: la casa-palestra e l’Ici non pagata che portano alle dimissioni
Ad aprile Josefa Idem è il volto nuovo della politica. Il 24 giugno la ex campionessa di canoa si dimette da ministro allo sport e alle pari opportunità. Il caso che la porta all’addio esplode il 19, quando ilfattoquotidiano.it pubblica l’accertamento tributario nato da un’interrogazione di un consigliere comunale Pdl. Subito risultano 5 anni di Ici non pagata su quella che veniva fatta passare come prima casa, ma era in realtà una palestra con tanto di corsi e associazioni al suo interno. Le irregolarità Ici vengono subito sanate, ma spuntano anche altre rogne: nella palestra risultano delle ristrutturazioni abusive e su queste la procura di Ravenna apre un’inchiesta. Non è tutto. A Idem in quei giorni di bufera, in cui anche la carriera di assessore a Ravenna viene passata ai raggi X, viene contestata anche un’assunzione lavorativa nella associazione di suo marito a pochi giorni dalla nomina in giunta (da molti data per scontata) nel 2006: quell’assunzione le consentì di avere per due anni i contributi Inps pagati non dal marito, ma dal Comune stesso.
L come Lega Nord: a Piacenza si spacca quel che resta del Carroccio
Altra fine politica sancita nel Piacentino il 1 novembre del 2013, anche se nello schieramento opposto, è stata quella di Umberto Bossi. Con l’annunciato “patto della Zucca”, che ha visto il Senatùr stringere la mano allo sfidante alla segreteria Matteo Salvini (delfino di Roberto Maroni, che aveva preso in mano la Lega Nord nella bufera e mai così in basso nei sondaggi) l’ex leader del Carroccio ha dimostrato tutta la sua debolezza. Prima le due annunciate feste della Zucca: una a Pecorara, sede storica della kermesse con i “bossiani” di ferro, e l’altra a Ziano con gli aderenti alla Lega 2.0 del tandem Salvini- Maroni, poi con la fatidica stretta di mano che però aveva messo in evidenza l’appeal del giovane ex consigliere regionale sul popolo padano rispetto al fondatore del movimento leghista. Bossi, da solo al tavolo principale mezzo vuoto, aveva dovuto assistere all’assieparsi di militanti intorno a Salvini per stringergli la mano e, idealmente, ad affidargli le redini della Lega Nord. L’ufficialità sarebbe arrivata solo dopo le primarie di partito, il 7 dicembre, quando Salvini incasso’ l’82% delle preferenze ma i presupposti erano già evidenti alla storica festa della Zucca di Pecorara.
M come Movimento 5 Stelle: il declino dei grillini in Emilia Romagna da Gambaro a Favia
Dopo l’espulsione di dicembre, l’ex enfant prodige del Movimento 5 stelle, Giovanni Favia, inaugura il 2013 con la candidatura al Parlamento come capolista per Rivoluzione civile, la realtà politica guidata da Antonio Ingroia. Il cambio di bandiera però non gli porta bene e alle elezioni di febbraio ottiene solo il 2,6% dei voti. Numeri che non gli consentono di varcare le soglie di Montecitorio e lo costringono ad accontentarsi del seggio di consigliere regionale. Posto che ancora oggi occupa nonostante le promesse di dimissioni fatte a inizio campagna elettorale. Durante il resto dell’anno, l’Emilia si conferma terra difficile per il Movimento 5 stelle, granaio di voti e insieme fonte di contrasti e spaccature interne. Dopo Favia e Federica Salsi, infatti, un altro emiliano viene messo alla porta. Questa volta si tratta di Adele Gambaro, senatrice eletta a Bologna, rea di aver criticato il leader, Beppe Grillo. A giugno viene espulsa prima dal gruppo e poi dai militanti attraverso il voto sul blog.
M come Miroslawa: la scarcerazione della ballerina accusata dell’omicidio Mazza
Per quanto riguarda la cronaca, l’anno che si conclude registra una scarcerazione “illustre”: in giugno infatti finisce di scontare la pena Katharina Miroslawa, l’ex ballerina polacca condannata per l’omicidio dell’industriale di Parma Carlo Mazza, ucciso nel febbraio 1986. La donna, che ha poi lasciato l’Italia per trasferirsi a Vienna, si è sempre dichiarata innocente e annunciava la sua verità in un libro non escludendo di chiedere la revisione del processo, dopo essersi affidata all’avvocato riminese Paolo Righi, il legale in quel periodo impegnato in un altro procedimento, quello che a Milano vedeva imputata l’ex consigliera regionale lombarda Nicole Minetti.
M come Musica: nuovo disco per Samuele Bersani e Luca Carboni
Con Nuvola Numero Nove torna, dopo quattro anni, l’artista di Cattolica Samuele Bersani. Un lavoro che svetta sulla produzione pop italiana del 2013 per la sua veracità e serenità. “Le ho trovate nell’amore; sembra un po’ banale, ma forse sono solo invidiabile” così Bersani ci ha spiegato dove ha trovato le emozioni riversate nell’album. Bersani ci ha parlato anche, senza retorica, del suo maestro Lucio Dalla: “Non amava insegnare, ma chiunque passava un giorno con lui poteva osservare e invidiare la sua vena naturale”. Nel 2013 invece Luca Carboni ha festeggiato i suoi trent’anni di carriera con Fisico & Politico. Un album che contiene, oltre ai suoi più grandi successi interpretati assieme ad altri affermati musicisti italiani, anche tre inediti. Inediti che sono già uno sguardo sull’anno che verrà; è stato infatti un presago Carboni a dirci che “Il prossimo album farà esperienza dei dualismi sonori sperimentati in questi brani”.
N come N3XT: la musica elettronica in Emilia Romagna
Al di là di realtà consolidate (roBOt, Pulse) ed in ascesa (Habitat, Heartbreak), la vera novità emersa nel composito panorama della musica elettronica nel capoluogo emiliano è rappresentata da N3XT. Il “clubsteppin”, proposto per la prima volta a febbraio e replicato ad ottobre, è un format originale che prevede un tragitto psicogeografico pregno di simbologia che viene svelato in itinere e che si snoda lungo 3 stazioni musicali delle quali solo il meeting point è noto. Proposta artistica di qualità e lungimirante, con un piede sul territorio e l’altro ben piantato nell’hardcore continuum d’oltremanica: alcuni degli ospiti dei N3XT Clubsteppin’ come Om Unit, Wen e Boddika guidano attualmente la classifica dei Dubstepforum Awards 2014 e vengono ormai elogiati anche dalle più autorevoli riviste del mondo come The Wire.
P come Pomodori: la raccolta nelle campagne di Piacenza tra laureati e disoccupati
E per capire dove sta andando il mondo del lavoro, vogliamo ricordare il viaggio che abbiamo compiuto attraverso la campagna piacentina dove abbiamo scoperto che i “figli della crisi“, disoccupati, pensionati e studenti, erano tornati a raccogliere i pomodori nei campi. Prima le campagne intorno a Fiorenzuola, tra Piacenza, Parma e Ferrara, erano il regno esclusivo dei migranti, all’inizio magrebini e dopo indiani e pakistani. Poi, la ricomparsa degli abitanti locali. Complice il crollo dell’economia, le aziende che chiudono e la disoccupazione che galoppa. “Qui, in questi campi dove si produce e si trasforma il 98% dell’intero pomodoro da industria nel nord Italia, sono ricomparsi gli italiani. Nella provincia di Piacenza, terra che vanta la maggior estensione di campi coltivati con questa coltura, non mancano le storie di chi, dopo aver perso il lavoro, è tornato a sporcarsi le mani per 6-7 euro all’ora” abbiamo scritto il 14 settembre del 2013.
P come Prodi: dal tradimento dei 101 al voto alle Primarie
La corsa al Colle bloccata dai 101, la rinuncia alla tessera e il dietrofront sul voto alle primarie. Il 2013 è stato l’anno della separazione tra il Pd e uno dei suoi padri, l’ex premier Romano Prodi. Ad aprile, il professore viene ufficialmente candidato al Quirinale dall’allora segretario Pierluigi Bersani, suscitando gli applausi dell’intera assemblea del Pd. In aula però si consuma il tradimento e Prodi viene impallinato da un centinaio di franchi tiratori. Il partito entra nel caos, Bersani si dimette e il rapporto tra Prodi e il Pd va in frantumi. Per il divorzio però c’è tempo. A dicembre, infatti, l’ex presidente del Consiglio ritorna sui suoi passi e decide di votare alle primarie. Prossimo passo il rinnovo dell’iscrizione? “Ora non esageriamo” risponde fuori dal seggio.
P come Parmalat: dieci anni dal crac dell’impero di Calisto Tanzi
A dieci anni dal crac Parmalat, l’ex patron Calisto Tanzi ottiene i domiciliari in ospedale, dopo essere stato ricoverato più volte per le sue condizioni di salute precarie. Mentre si attende la Cassazione per la condanna definitiva del crac, un’altra inchiesta giudiziaria travolge la multinazionale del latte, ora in mano ai francesi di Lactalis. La Procura di Parma indaga sull’acquisizione di Lactalis Usa, l’azienda americana comprata da Parmalat. Tra gli indagati ci sono i vertici del gruppo, tra cui anche il presidente Francesco Tatò, tutti accusati di appropriazione indebita aggravata. Intanto Parmalat scampa il pericolo di finire commissariata per il procedimento ai sensi dell’articolo 2409 del codice civile sull’irregolarità dell’operazione Lag. La Procura aveva chiesto l’azzeramento del Cda, ma il Tribunale, pur riconoscendo “molteplici profili di irregolarità ascrivibili agli amministratori”, ordina la sola sostituzione del consigliere Marco Reboa.
R come Referendum per la scuola pubblica: Bologna chiede di bloccare i fondi alle strutture private
Il 26 maggio Bologna va al voto per decidere se rinnovare i fondi comunali, circa un milione di euro l’anno, alle scuole materne private. Vincono i sostenitori dell’opzione A, ossia quella che prevede l’abolizione del finanziamento pubblico. Ma il referendum ha valore solo consultivo e infatti, neanche due mesi dopo, il Pd con l’appoggio di Pdl e Lega vota a favore del mantenimento del sistema integrato, ignorando l’esito del voto.
S come Spese pazze in Regione: lo scandalo dei rimborsi che ha travolto i consiglieri
Sono due i filoni principali della maxi inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari della Regione Emilia Romagna, coordinata dalle pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, con la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e dell’aggiunto Valter Giovannini: quello sulle interviste tv a pagamento, costate ai contribuenti 136.600 euro, che vede sette dei nove capigruppo citati in giudizio dalla Corte dei Conti per aver speso soldi pubblici in comparsate televisive, e quello sulle ‘spese pazze’, costato a tutti e nove i presidenti dei gruppi consiliari di viale Aldo Moro l’iscrizione nel registro degli indagati. Tra le 35.000 voci di spesa al vaglio degli inquirenti, per un totale di 5,5 milioni di euro pagati dai consiglieri regionali tra la metà del 2010 e la fine del 2011, cene in ristoranti stellati, aperitivi, soggiorni di lusso, regali e strenne natalizie, gioielli di Tiffany, auto blu e mazzi di fiori. Entro poche settimane la procura potrebbe inviare gli avvisi di fine indagine e in quel caso, l’elenco degli indagati potrebbe anche allungarsi.
S come Social Street: a Bologna nasce l’economia solidale di quartiere
A novembre nasce a Bologna, in via Fondazza, la prima social street d’Italia. Una sorta di rete solidale tra vicini, realizzata dal giornalista Federico Bastiani. In poche settimane il progetto raccoglie centinaia di adesioni e attrae l’attenzione dei media di tutto il mondo.
T come Thyssenkrupp: la crisi dello stabilimento Berco a Copparo (Ferrara)
Berco, con il suo maggiore stabilimento situato a Copparo, in provincia di Ferrara, è stata una delle fabbriche simbolo della crisi della metallurgia in Emilia-Romagna. Di fronte allo spettro di 611 licenziamenti, dopo scioperi, presidi giorno e notte e una lunga marcia a Essen in Germania, sede della Thyssenkrupp, sindacati e proprietà hanno raggiunto un accordo che salva il salvabile. L’intesa, sottoscritta a notte inoltrata nelle stanze del Mise prevede: proroga di un anno della cassa integrazione straordinaria per i siti di Copparo, Busano, Castelfranco Veneto e avvio di cassa integrazione straordinaria per un anno anche per quello di Sasso Morelli per complessità dei processi produttivi, con mobilità volontaria per un numero massimo di 438 lavoratori, attraverso i 12 mesi di Cigs più 3 anni di mobilità, insieme alla possibilità di 3 anni massimo di contribuzione volontaria coperti da integrazione aziendale, con esodi volontari incentivati fino a 65.000 euro. Un incentivo questo a scalare in caso di adesioni successive al 21 settembre 2013.
T come Terremoto: topi nei container degli sfollati e bollette stratosferiche
Contributi statali che arrivano a rilento, tasse e fatture da saldare, 2.500 persone ancora sfollate e una ricostruzione quasi paralizzata dalla burocrazia. A un anno dai terremoti che a maggio 2012 devastarono l’Emilia Romagna i problemi da affrontare restano molti. Come molti sono ancora i terremotati costretti a vivere fuori casa, spesso nei map, i moduli abitativi provvisori, allestiti alle periferie dei Comuni devastati dal sisma per tamponare l’emergenza abitativa del dopo sisma. Tra topi, fango, bollette Enel salatissime e quartieri “ghetto”, sono proprio i residenti esasperati dei container acquistati “al risparmio” dalla Regione Emilia Romagna i protagonisti delle manifestazioni che quest’anno hanno tenuto banco nella bassa terremotata. Proteste per chiedere un aiuto a saldare i maxi cedolini della luce, ma anche per una proroga dei termini relativi al pagamento dei finanziamenti contratti per imposte, contributi e mutui sulle case inagibili. Solo una parte di queste richieste, però, è stata accolta. Le maxi bollette restano da pagare e, salvo interventi dell’ultimo minuto, dal 1 gennaio ai terremotati toccherà ricominciare a pagare anche per le abitazioni in macerie.
U come Unieuro: a Piacenza oltre duecento lavoratori a rischio
La vicenda più emblematica, di come sindacati e istituzioni ormai possano fare ben poco rispetto alle decisioni delle multinazionali, si ha avuto con Unieuro che aveva sia una sede di uffici che della logistica a Piacenza. Come sempre in questi casi, l’annuncio a ciel sereno di 200 esuberi decisi dalla nuova dirigenza, a seguito dell’ufficializzazione dell’antitrust, che porto’ alla nascita di una nuova holding proprietaria sia di Unieuro sia di Marcopolo Expert per diventare leader nel settore. Un colosso dell’elettronica da oltre un miliardo di euro che pero’ non ha saputo spiegare perché, per diventare il maggior distributore, ha deciso di farlo sulla pelle e a scapito della professionalità di centinaia di dipendenti qualificati. Circa 188 tra dipendenti (i “colletti bianchi”) e i lavoratori della logistica giudicati inutili dalla nuova società. Lunghe le trattative, che hanno portato alla ricollocazione del 30% del totale dei dipendenti dei due centri direzionali (Piacenza e Monticello d’Alba) e due anni di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori non ricollocati. L’accordo prevede anche un sistema di incentivi all’esodo. Usciti dal confronto in Provincia, sindacati e istituzioni inviarono in comunicato congiunto, come spesso accade, di soddisfazione per l’esito della trattativa. “L’ottimismo è il profumo della vita” recitava un noto spot della Unieuro. Si erano dimenticati di aggiungere che dipende dai punti di vista.
V come Variante di valico: l’inchiesta si ferma, le frane a Ripoli no
Sebbene la frana cammini ancora e le famiglie continuino a essere evacuate dalle loro case, sulla vicenda di Ripoli è calato il silenzio. Gli scavi della galleria val di Sambro, ultimo tratto mancante per concludere la nuova Variante di valico, invece proseguono ed entro il 2014 dovrebbero terminare. Una consulenza ordinata dalla Procura della repubblica di Bologna, ai primi di marzo aveva accertato che erano stati proprio i lavori per la nuova autostrada Bologna-Firenze a far ripartire alcune antiche frane dormienti per secoli sotto il paesino. Eppure la stessa Procura in estate decide di chiedere l’archiviazione dell’inchiesta per frana e disastro colposi. L’indagine della pm Morena Plazzi era contro ignoti e, mentre scriviamo, si attende solo la decisione del Gip perché la pratica vada in soffitta. Intanto però un articolo del fattoquotidiano.it ha svelato le forti preoccupazioni di Autostrade per l’Italia, concessionaria della grande opera, per il viadotto dell’attuale A1 che corre sopra Ripoli e ha scoperto alcune idee per bloccarne il movimento.
V come Vignali e Villani: politici in manetta per l’inchiesta Green Money a Parma
Il 16 gennaio 2013 l’ex sindaco di Parma Pietro Vignali finisce agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e peculato. Insieme a lui, finiscono in manette anche l’ex capogruppo in Regione del Pdl Luigi Giuseppe Villani, l’imprenditore Angelo Buzzi e il manager Andrea Costa. Secondo la Procura, Vignali ha utilizzato i soldi dei cittadini e del Comune per la sua campagna elettorale e poi, una volta sindaco, per promuovere la sua immagine in città e sui media locali e nazionali. L’inchiesta Public Money conta anche 17 indagati, collaboratori del “sistema Parma” creato da Vignali e Villani attraverso consulenze fittizie, favori personali, assunzioni mirate in enti pubblici. Secondo l’accusa inoltre i due avevano cercato tramite i contatti con il Pdl nazionale e la conoscenza personale con Silvio Berlusconi, di ostacolare le indagini della Procura e della Guardia di Finanza sul loro conto e di influenzare la nomina di prefetto, questore e commissario prefettizio. Il processo comincerà a gennaio 2014.
Z come Erik Zattoni: il ragazzo di Ferrara figlio dello stupro di un prete scrive al Papa
Dopo essere stato in silenzio per anni, Erik Zattoni, ferrarese di 33 anni, fa sentire la sua voce attraverso gli schermi delle “Iene”: “Sono il figlio di un prete che ha stuprato una quattordicenne”. Per anni, senza ribalte, Erik ha chiesto ai vertici della diocesi di Ferrara, dove insiste la parrocchia del sacerdote, di ridurre allo stato laicale quel prete. Non ottenne risposta. Solo dopo il riconoscimento giudiziale di paternità, nel settembre 2011, con la prova del dna in mano, ha ottenuto una tardiva lettera di scuse dal padre, che si diceva dispiaciuto per “lo sbandamento” di allora. Da quel momento il 33enne ha cercato di far valere i propri diritti, sia morali che economici, ma con scarsi risultati. Intanto, il prete – oggi in pensione – è rimasto per 40 anni al suo posto. Ora, attraverso un appello lanciato in tv, Erik si rivolge a papa Bergoglio per ottenere giustizia.
A cura di Gianmarco Aimi, Luciana Apicella, Enrico Bandini, Antonella Beccaria, Silvia Bia, Martina Castigliani, Annalisa Dall’Oca, Alarico Mantovani, David Marceddu, Matteo Poppi, Marco Zavagli, Giulia Zaccariello
Video di David Marceddu e Giulia Zaccariello
Foto di Silvia Bia
Illustrazione di Fogliazza