Un forte appello perché Roma accolga i rifugiati e si faccia di più per i disoccupati e i sottopagati. Il primo Te Deum di Papa Francesco è tutto dedicato ai temi sociali con lo sguardo rivolto alla città di cui è vescovo dal 13 marzo scorso. “Roma – ha affermato Bergoglio – è una città di una bellezza unica. Il suo patrimonio spirituale e culturale è straordinario. Eppure, anche a Roma ci sono tante persone segnate da miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza non solo dei pubblici responsabili, ma di ogni cittadino. A Roma forse sentiamo più forte questo contrasto tra l’ambiente maestoso e carico di bellezza artistica, e il disagio sociale di chi fa più fatica. Roma è una città piena di turisti, – ha aggiunto il Papa – ma anche piena di rifugiati. Roma è piena di gente che lavora, ma anche di persone che non trovano lavoro o svolgono lavori sottopagati e a volte indegni; e tutti hanno il diritto a essere trattati con lo stesso atteggiamento di accoglienza e di equità, perché ognuno è portatore di dignità umana“.
Nella sua riflessione al termine del 2013 Papa Francesco ha voluto fare anche un esame di coscienza collettivo: “Com’è la qualità della vita a Roma? Dipende da tutti noi! Com’è la qualità della nostra ‘cittadinanza’? Quest’anno abbiamo contribuito, nel nostro ‘piccolo’, a renderla vivibile, ordinata, accogliente? In effetti, il volto di una città è come un mosaico le cui tessere sono tutti coloro che vi abitano. Certo, – ha sottolineato Bergoglio – chi è investito di autorità ha maggiore responsabilità, ma ciascuno è corresponsabile, nel bene e nel male”. Da qui lo sguardo del Papa si è proiettato verso il futuro: “Che cosa faremo, come agiremo nel prossimo anno, per rendere un poco migliore la nostra città? La Roma dell’anno nuovo avrà un volto ancora più bello se sarà ancora più ricca di umanità, ospitale, accogliente; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il bene di tutti. La Roma dell’anno nuovo sarà migliore se non ci saranno persone che la guardano ‘da lontano’, che guardano la sua vita solo ‘dal balcone’, senza coinvolgersi in tanti problemi umani, problemi di uomini e donne che, alla fine e dal principio, lo vogliamo o no, sono nostri fratelli”.
Il 2014 di Papa Francesco sarà l’anno delle riforme: dalla finanza vaticana al nuovo assetto della Curia romana fino alla riorganizzazione dei media della Santa Sede. Mesi intensi di lavoro per l’inarrestabile Bergoglio che dal momento della sua elezione non si è preso nemmeno un giorno di riposo. L’agenda del Papa è già abbastanza piena: dal 17 al 19 febbraio si svolgerà il terzo incontro del consiglio degli otto “saggi” cardinali che aiutano Francesco nel governo della Chiesa universale e che stanno elaborando una radicale riforma della Curia romana a partire dalla Segreteria di Stato; il 20 e il 21 febbraio tutti i porporati del pianeta, nello spirito collegiale voluto fortemente dal Pontefice, affronteranno con Bergoglio i problemi dell’episcopato mondiale; il 22 febbraio il Papa argentino imporrà le berrette rosse ai suoi primi cardinali.
Il 27 aprile le attese canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II a cui eccezionalmente parteciperà anche Benedetto XVI. A maggio il secondo viaggio internazionale di Bergoglio che andrà in Terra Santa insieme con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I per rinnovare l’abbraccio di pace avvenuto esattamente cinquant’anni fa proprio nella terra di Gesù fra Paolo VI e Atenagora; a ottobre in Vaticano il Sinodo dei vescovi sulla famiglia con al centro il dibattito sulla comunione ai divorziati risposati. Due i viaggi in Italia finora previsti, della durata di un giorno ciascuno, anche se non sono state ancora stabilite ufficialmente le date: Asti dove Bergoglio riabbraccerà la sua famiglia e Taranto quarantacinque anni dopo la Messa celebrata da Paolo VI la notte di Natale nel centro siderurgico della città.
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