La città di Casselton, 2,400 anime nel North Dakota, è stata parzialmente evacuata a causa dello scontro fra due treni, di cui uno carico di petrolio. Centosei vagoni carichi di petrolio per la precisione.
L’urto ha innescato una esplosione incontrollata con enormi fiammate che hanno avvolto numerosi vagoni. Nonostante l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco, solo cinquanta vagoni sono stati staccati dal lungo convoglio e sottratti alle fiamme. I restanti cinquantaquattro sono stati lasciati al loro destino, a causa delle elevate temperature. L’inferno che si è creato ha reso impossibile qualsiasi altra operazione di recupero. A tutti i residenti nel raggio di nove chilometri dall’impatto è stato consigliato di abbandonare le proprie case. Fortunatamente non ci sono state vittime. Fortunatamente non ci sono state vittime.
Nel luglio del 2013 ci fu un incidente simile a Lac-Megantic in Quebec. Più di quaranta persone sono morte in seguito al deragliamento di un treno con settantadue vagoni carichi di petrolio che è andato a schiantarsi contro le case della cittadina canadese, incendiandosi. Anche qui, il petrolio partiva dal Bakken Shale del North Dakota.
Il boom del fracking e la stimolazione di vecchi e nuovi pozzi di petrolio negli Usa – specie in North Dakota, Colorado e Texas -ha portato con se l’incremento dei convogli petroliferi che attraversano il Nord America. Le ferrovie americane trasportano oggi venticinque volte più petrolio che nel 2008.
Dal solo North Dakota partono circa 10-12 convogli al giorno che complessivamente trasportano circa un milione di barili al giorno. Cento e più vagoni di greggio – con oltre centomila litri di petrolio – sono adesso la norma.
Fino ad un decennio fa, le statistiche erano di circa 2-3 incidenti con perdite di petrolio l’anno. Nel 2012 ci sono stati almeno 88 incidenti con riversamento di greggio sulle rotaie made in the Usa.