Società

Mezzo milione di italiani in Uk, ambasciata apre lo sportello “Primo approdo”

Un aereo ogni due giorni arriva a Londra pieno di giovani immigrati del Belpaese che eleggono il Regno Unito a loro nuova patria. È la stima che arriva dall’ambasciata e dal consolato d’Italia nel Regno Unito, dove ormai – altro calcolo a braccio – almeno 550mila giovani e meno giovani da tutte le regioni dello Stivale vivono regolarmente

Un aereo ogni due giorni arriva a Londra pieno di giovani immigrati del Belpaese che eleggono il Regno Unito a loro nuova patria. È la stima che arriva dall’ambasciata e dal consolato d’Italia nel Regno Unito, dove ormai – altro calcolo a braccio – almeno 550mila giovani e meno giovani da tutte le regioni dello Stivale vivono regolarmente. Ed è soprattutto per aiutare le nuove leve dell’emigrazione che la diplomazia italiana ha avviato il progetto “Primo approdo”, una serie di seminari che partiranno dall’8 gennaio con l’obiettivo di aiutare ragazzi e ragazze italiani a superare gli scogli della vita a Londra, Birmingham, Manchester e in tutte le altre città dell’isola al di qua della Manica.

Pasquale Terracciano, ambasciatore italiano a Londra, spiega al fattoquotidiano.it: “Li aiuteremo in ogni aspetto della vita in un altro Paese, dal come evitare le truffe quando si cerca casa e lavoro a come vincere la burocrazia. Ancora, daremo consigli su come utilizzare al meglio la sanità e il welfare di questo Paese, e in generale su come districarsi in questa nuova realtà”. Il console Massimilano Mazzanti aggiunge: “Ufficialmente gli iscritti all’Aire – il registro degli italiani residenti all’estero, ndr – sono 220mila nel Regno Unito e 85mila a Londra. Ma le stime appunto, in quanto non tutti si iscrivono, sono, appunto, di oltre mezzo milione a livello Paese e di 250mila nella capitale”. Un vero e proprio esercito di espatriati, che ambasciata e consolato hanno pensato di aiutare e supportare, soprattutto nelle prime fasi della loro vita all’estero.  

Il progetto, nato direttamente da un’idea dell’ambasciatore e dedicato simbolicamente a Joele Leotta, il giovane italiano ucciso nel Kent lo scorso 20 ottobre, prevede tre incontri al mese, totalmente gratuiti, su temi legali, fiscali, medici e accademici. Il fisco, appunto. “Sono sempre di più gli immigrati che si affrettano a iscriversi all’Aire a causa delle nuove tasse sulla casa e non solo che sono state introdotte in Italia”, fanno sapere dall’ambasciata, “questo è un fenomeno che ha contribuito all’aumento di iscrizioni degli ultmi mesi”. Spesso chi emigra, infatti, mantiene molti legami con l’Italia, ma la nuova fiscalità ha accelerato le decisioni di molti di prendere definitivamente la residenza nel Regno Unito.

I giovani in cerca di un lavoro, comunque, sono la fascia di popolazione più nutrita, considerando che almeno il 60% dei nuovi immigrati hanno meno di 35 anni, anche se un buon 25% ha un’età fra 35 e 44 anni. Non tutti classificabili come cervelli in fuga, chiaramente, anche se, aggiunge il console, “non è vero che tutti vengono a fare il lavoro di cameriere in un ristorante, ci sono tantissimi informatici, ingegneri, medici, e così via. Poi ci sono anche quelli che vengono per un corso di inglese e stanno qualche mese, quelli che vengono per vari motivi e decidono di rimanere. Oppure quelli che, dopo qualche anno, tornano in Italia”.  

I seminari in consolato non saranno corsi di lingua e non daranno lavoro, “ma si sa, da cosa nasce cosa e avere contatti è sempre utile”, aggiunge Mazzanti. E l’ambasciatore Terracciano ha pensato pure a un’altra iniziativa. “Nel 2014 – spiega – avvieremo ‘Italy made me’, una serie di incontri sulle eccellenze italiane all’estero, in modo da dare ai giovani tanti esempi virtuosi. Nonostante la difficile situazione, l’Italia riesce a produrre delle grandi individualità, è un terreno fertile che continua a produrre delle grandi persone. In un certo qual modo, vogliamo anche che gli immigrati mantengano un contatto con il nostro Paese, per evitare che siano cervelli e capacità persi definitivamente”. Poi però, chiaramente, il Regno Unito rimane sempre e comunque una terra d’elezione. “Qui c’è maggiore meritocrazia – dicono assieme console e ambasciatore – e maggiore linearità nei rapporti, inoltre qui c’è senso civico e non è vero che gli italiani non rispettino le regole. Anzi, in una società ben strutturata si trovano molto bene e danno il meglio”. Il progetto “Primo approdo” è il primo progetto del genere organizzato da un’ambasciata italiana all’estero. Per poter partecipare occorre iscriversi tramite un link disponibile sui siti della diplomazia italiana nel Regno Unito. I partecipanti verranno ammessi in base all’ordine di arrivo, per un massimo di cinquante persone a lezione. Per informazioni, londra.primoapprodo@esteri.it.