Prezzi troppo bassi e concorrenza sleale di albergatori ‘atipici’ mettono a rischio la sopravvivenza della pensione familiare in Riviera. Lo racconta “3 stelle in contanti“, un breve documentario di Michela Monte, prodotto per il progetto Stop Blanqueo, inchiesta giornalistica indipendente per riflettere su metodi e strumenti utili al contrasto alla criminalità organizzata in ambito economico. L’iniziativa per contrastare il riciclaggio (blanqueo in spagnolo) è stata realizzata in collaborazione con la Provincia di Rimini e l’associazione Ilaria Alpi all’interno del progetto europeo Dipafec. Tra i partner, inoltre, vi sono Unioncamere Emilia Romagna, il Comune di Bellaria Igea Marina e l’università di Rimini.
&feature=youtu.be
Nel video girato dalla giornalista Monte si parla dei cosiddetti ‘alberghi della mafia‘, di chi compra in contanti e di chi vende senza fare troppe domande, a scapito dell’intero settore. Il fenomeno infiltrazione mafiosa è indagato a tutto tondo: si parte dalla dimensione locale ma con lo sguardo rivolto all’Europa, per creare un modello di contrasto alle mafie da esportare in altri contesti turistici con le stesse problematiche della riviera romagnola, come ad esempio Marbella in Spagna.
Di riciclaggio connesso agli interessi della criminalità organizzata si è parlato a inizio dicembre 2013 in una riunione plenaria tenutasi alla prefettura di Rimini. Erano presenti, oltre al viceprefetto Clemente Di Nuzzo, i rappresentanti dell’associazione italiana albergatori, della camera di commercio, dei Comuni della riviera riminese e degli ordini dei commercialisti, notai, ingegneri, architetti. È stato chiesto alla guardia di finanza e alla Provincia di effettuare controlli su quegli hotel dalle gestioni “poco limpide”, alberghi che praticano prezzi troppo bassi. E sono proprio queste misere tariffe (si arriva anche a camere a 15 euro con pensione completa) che si configurano come un chiaro sintomo di infiltrazione mafiosa.
Una possibile soluzione è stata avanzata da Stefano Vitali, presidente della Provincia: indicare il prezzo minimo ed eliminare quello massimo, proposta che pare essere stata accolta favorevolmente in Regione dall’assessore al turismo Maurizio Melucci, un riminese che della mafia a casa sua non vuole sentire parlare: “L’immagine che la riviera romagnola sia in mano alla mafia la ritengo una bella barzelletta”, afferma nel video di Michela Monte e continua: “A me non risulta infiltrazione mafiosa, nel senso classico del termine, come succede da altre parti”.
Durante l’incontro in prefettura Patrizia De Rinaldis, presidente di Aia, ha messo in luce la pericolosità della pratica del dumping, la vendita di beni o servizi sottocosto, che nel settore del turismo è attuata soprattutto da parte di gestori che vengono a investire i loro soldi da fuori Rimini. Il problema autentico, per la presidente dell’associazione di categoria, è quello di informare e sensibilizzare i proprietari degli immobili turistici, in modo da evitare la “svendita delle gestioni”, per far fronte alla quale ha chiesto all’ordine dei notai e dei commercialisti di redigere un decalogo sui contratti di affitto d’azienda.
Una proposta invece che attende il vaglio dell’Aia è quella di accogliere nelle sue sedi provinciali delle urne, in cui gli albergatori possono depositare questionari anonimi, nei quali raccontare le pressioni eventualmente subite. Il progetto Dipafec intenderebbe così mappare la percezione della criminalità organizzata nel settore alberghiero, primo passo per creare, con la collaborazione della sede riminese dell’Unibo, un centro di documentazione sul riciclaggio.
In occasione della giornata internazionale contro la corruzione, la presidente della commissione antimafia europea Sonia Alfano ha ricordato che, mentre l’Italia si è piazzata al 69° posto nella classifica di “Transparency international” (in Europa soltanto Bulgaria e Grecia sono riuscite a fare peggio), il Parlamento Europeo ha approvato il testo della commissione Crim sul crimine organizzato, il riciclaggio di denaro e la corruzione. Solo quest’ultima, avverte l’europarlamentare “costa all’Italia circa 60 miliardi di euro l’anno”.
Il tema del denaro sporco è strettamente legato a quello dei paradisi fiscali (Rimini è a pochi km da San Marino) e al segreto bancario. “La convenzione Ocse del 2009 -spiega il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti– prevede accordi bilaterali e uno scambio d’informazioni subordinato a una valutazione della richiesta da parte dello Stato che dove fornire tali informazioni. Questo modello della convenzione Ocse non sembra sufficiente ai fini di un’efficace azione di antiriciclaggio, perché comunque subordina, caso per caso, la scelta se fornire o non fornire le informazioni, cioè se far cadere o no il segreto bancario. Secondo le opinioni diffuse anche a livello europeo dovrebbe venire meno il principio del segreto bancario e dovrebbe affermarsi un automatismo nello scambio d’informazioni che attualmente non esiste ancora”.
Intanto anche a Rimini non manca chi propone di istituire, come nella provincia di Modena, una carta etica delle professioni intellettuali. Un documento che prevede al suo primo articolo di rifiutare “ogni rapporto con organizzazioni criminali, mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alle norme di legge e alle norme etiche per sviluppare qualsiasi forma di controllo e vessazione”. Iniziativa lodevole che rischia di non essere supportata da un’educazione alla legalità sufficiente e dunque di non essere corale.
Emilia Romagna
“Tre stelle in contanti”, in un documentario l’assalto della mafia agli hotel della Riviera
La giornalista Michela Monte è autrice del documentario prodotto per il progetto Stop Blanqueo dove riflette su metodi e strumenti utili al contrasto della criminalità organizzata. L'allarme sempre più concreto lo lanciano le istituzioni locali: "Prevenzione e attenzione sul territorio"
Prezzi troppo bassi e concorrenza sleale di albergatori ‘atipici’ mettono a rischio la sopravvivenza della pensione familiare in Riviera. Lo racconta “3 stelle in contanti“, un breve documentario di Michela Monte, prodotto per il progetto Stop Blanqueo, inchiesta giornalistica indipendente per riflettere su metodi e strumenti utili al contrasto alla criminalità organizzata in ambito economico. L’iniziativa per contrastare il riciclaggio (blanqueo in spagnolo) è stata realizzata in collaborazione con la Provincia di Rimini e l’associazione Ilaria Alpi all’interno del progetto europeo Dipafec. Tra i partner, inoltre, vi sono Unioncamere Emilia Romagna, il Comune di Bellaria Igea Marina e l’università di Rimini.
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Nel video girato dalla giornalista Monte si parla dei cosiddetti ‘alberghi della mafia‘, di chi compra in contanti e di chi vende senza fare troppe domande, a scapito dell’intero settore. Il fenomeno infiltrazione mafiosa è indagato a tutto tondo: si parte dalla dimensione locale ma con lo sguardo rivolto all’Europa, per creare un modello di contrasto alle mafie da esportare in altri contesti turistici con le stesse problematiche della riviera romagnola, come ad esempio Marbella in Spagna.
Di riciclaggio connesso agli interessi della criminalità organizzata si è parlato a inizio dicembre 2013 in una riunione plenaria tenutasi alla prefettura di Rimini. Erano presenti, oltre al viceprefetto Clemente Di Nuzzo, i rappresentanti dell’associazione italiana albergatori, della camera di commercio, dei Comuni della riviera riminese e degli ordini dei commercialisti, notai, ingegneri, architetti. È stato chiesto alla guardia di finanza e alla Provincia di effettuare controlli su quegli hotel dalle gestioni “poco limpide”, alberghi che praticano prezzi troppo bassi. E sono proprio queste misere tariffe (si arriva anche a camere a 15 euro con pensione completa) che si configurano come un chiaro sintomo di infiltrazione mafiosa.
Una possibile soluzione è stata avanzata da Stefano Vitali, presidente della Provincia: indicare il prezzo minimo ed eliminare quello massimo, proposta che pare essere stata accolta favorevolmente in Regione dall’assessore al turismo Maurizio Melucci, un riminese che della mafia a casa sua non vuole sentire parlare: “L’immagine che la riviera romagnola sia in mano alla mafia la ritengo una bella barzelletta”, afferma nel video di Michela Monte e continua: “A me non risulta infiltrazione mafiosa, nel senso classico del termine, come succede da altre parti”.
Durante l’incontro in prefettura Patrizia De Rinaldis, presidente di Aia, ha messo in luce la pericolosità della pratica del dumping, la vendita di beni o servizi sottocosto, che nel settore del turismo è attuata soprattutto da parte di gestori che vengono a investire i loro soldi da fuori Rimini. Il problema autentico, per la presidente dell’associazione di categoria, è quello di informare e sensibilizzare i proprietari degli immobili turistici, in modo da evitare la “svendita delle gestioni”, per far fronte alla quale ha chiesto all’ordine dei notai e dei commercialisti di redigere un decalogo sui contratti di affitto d’azienda.
Una proposta invece che attende il vaglio dell’Aia è quella di accogliere nelle sue sedi provinciali delle urne, in cui gli albergatori possono depositare questionari anonimi, nei quali raccontare le pressioni eventualmente subite. Il progetto Dipafec intenderebbe così mappare la percezione della criminalità organizzata nel settore alberghiero, primo passo per creare, con la collaborazione della sede riminese dell’Unibo, un centro di documentazione sul riciclaggio.
In occasione della giornata internazionale contro la corruzione, la presidente della commissione antimafia europea Sonia Alfano ha ricordato che, mentre l’Italia si è piazzata al 69° posto nella classifica di “Transparency international” (in Europa soltanto Bulgaria e Grecia sono riuscite a fare peggio), il Parlamento Europeo ha approvato il testo della commissione Crim sul crimine organizzato, il riciclaggio di denaro e la corruzione. Solo quest’ultima, avverte l’europarlamentare “costa all’Italia circa 60 miliardi di euro l’anno”.
Il tema del denaro sporco è strettamente legato a quello dei paradisi fiscali (Rimini è a pochi km da San Marino) e al segreto bancario. “La convenzione Ocse del 2009 -spiega il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti– prevede accordi bilaterali e uno scambio d’informazioni subordinato a una valutazione della richiesta da parte dello Stato che dove fornire tali informazioni. Questo modello della convenzione Ocse non sembra sufficiente ai fini di un’efficace azione di antiriciclaggio, perché comunque subordina, caso per caso, la scelta se fornire o non fornire le informazioni, cioè se far cadere o no il segreto bancario. Secondo le opinioni diffuse anche a livello europeo dovrebbe venire meno il principio del segreto bancario e dovrebbe affermarsi un automatismo nello scambio d’informazioni che attualmente non esiste ancora”.
Intanto anche a Rimini non manca chi propone di istituire, come nella provincia di Modena, una carta etica delle professioni intellettuali. Un documento che prevede al suo primo articolo di rifiutare “ogni rapporto con organizzazioni criminali, mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alle norme di legge e alle norme etiche per sviluppare qualsiasi forma di controllo e vessazione”. Iniziativa lodevole che rischia di non essere supportata da un’educazione alla legalità sufficiente e dunque di non essere corale.
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
Economia & Lobby
A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Le Idf e lo Shin Bet hanno sventato un piano terroristico che prevedeva l'uso di una bomba da 100 kg a Kabatiya, in Cisgiordania. Lo ha reso noto l'Idf, aggiungendo che nel corso dell'operazione, i soldati hanno perquisito decine di siti, arrestato 15 terroristi, localizzato armi e smantellato esplosivi.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Sono stata rapita dai terroristi di Hamas il 7 ottobre dal Nova Festival insieme al mio compagno, Avinatan Or. Siamo stati presi con la forza, separati e siamo entrati nell'inferno sulla terra". Lo ha detto l'ostaggio liberato Noa Argamani al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, aggiungendo che "non abbiamo più tempo! Sono qui oggi, il che è un miracolo, ma ci sono ancora 63 ostaggi che stanno vivendo questo incubo, senza sapere se vivranno o moriranno. Non c'è bisogno che vi racconti di Kfir e Ariel Bibas e della loro madre Shiri. Una madre e i suoi bambini che sono stati brutalmente assassinati in prigionia".