Sbranato vivo da 120 cani affamati. E’ stata questa la fine, secondo diversi media internazionali, di Jang Song Thaek, zio del dittatore nord coreano Kim Jong-Un. Il numero due del regime era stato vittima dell’epurazione del nipote operata all’interno dell’apparato ed era stato giustiziato nel dicembre scorso perché ritenuto colpevole di un tentativo di colpo di Stato. Nel suo discorso alla nazione di Capodanno, Kim Jong Un ha detto che l’unità della Corea del Nord è stata rafforzata dopo l’eliminazione della “sporcizia faziosa“, un chiaro riferimento all’esecuzione dello zio.

Hanno dato la notizia testate americane come Daily Beast ed Nbc e britanniche come il Daily Mail, citando un articolo del giornale di Hong Kong, il Wen Wei Po: il quotidiano è legato al Partito comunista cinese, l’unica potenza mondiale in contatto con il regime di Pyongyang. L’informazione, ovviamente, non ha trovato conferme ufficiali, ma la Nbc ha ricordato che la Corea del Nord non ha mai specificato le modalità della morte di Jang. Secondo lo stesso giornale cinese, altri cinque collaboratori di Kim Jong-un sarebbero stati giustiziati in questo modo, sotto gli occhi del capo del regime, del fratello e di trecento altri funzionari.

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