La stampa locale aveva inizialmente parlato di una 16enne. Intanto The Times of India tira fuori un'altra notizia simile. E il governo corre ai ripari: approvato progetto per un sistema di gps sui bus
La giovane indiana stuprata per due volte da un gruppo di giovani nei pressi di Calcutta e poi bruciata viva aveva 12 anni, secondo quando rivela oggi il quotidiano The Hindustan Times, e non 16 come riportato ieri sempre dai media. Il giornale sostiene infatti che la scuola dello Stato settentrionale del Bihar ha registrato come sua data di nascita il 5 febbraio 2001. La notizia è stata confermata dalle autorità scolastiche. Inoltre, la vittima – si legge ancora sul sito – era incinta di uno dei suoi aguzzini quando è morta lo scorso 31 dicembre a seguito delle ustioni riportate.
La certificazione dell’età è spesso un problema in India, in quanto molte nascite non sono registrate, soprattutto negli stati più arretrati come il Bihar. Il padre, un tassista, si era trasferito con la famiglia in una città a 40 km da Calcutta solo da 5 mesi per permettere alla figlia di frequentare scuole migliori.
La ragazza era stata stuprata da sei giovani il 25 ottobre una prima volta e poi il giorno dopo dallo stesso gruppo di uomini, quando con il padre si era recato dalla polizia a denunciare il crimine. Lo scioccante incidente ha sollevato dimostrazioni e marce di protesta a Calcutta.
Intanto, sempre dall’India arriva un’altra storia di violenza sulle donne. The Times of India sul proprio sito web racconta infatti di una donna stuprata e aggredita sessualmente per due volte negli ultimi 12 giorni da un gruppo di uomini a Kanpur. Secondo Lakshya, l’ong a cui la vittima ha chiesto aiuto riuscendo a depositare la denuncia dopo aver minacciato di organizzare proteste, la polizia ha offerto 5mila rupie per non denunciare i fatti. Anita Dua, a capo dell’organizzazione non governativa attiva nell’Uttar Pradesh, ha raccontato: “La donna è stata stuprata una prima volta il 21 dicembre da 12 uomini. Quando ha tentato di depositare la denuncia alla polizia, gli agenti le hanno chiesto di lasciare la stazione e le hanno dato 5mila rupie perché non parlasse dell’incidente”. “I suoi tormenti – prosegue la Dua – sono continuati e il 31 dicembre gli uomini l’hanno di nuovo seguita tentando di molestarla, ma lei è riuscita a fuggire. Quando ci ha avvicinati, sono rimasta scioccata dal comportamento della polizia”. L’ufficiale della polizia locale, Ajay Prakash Srivastava, ha dichiarato: “Il caso è stato registrato e le indagini proseguono. La donna sarà sottoposta a controlli medici e la sua dichiarazione sarà presto raccolta”.
E per tentare di migliorare la sicurezza delle donne nel Paese, riporta l’Hindustan Times, il governo indiano ha approvato un progetto per dotare i mezzi pubblici di Gps, telecamere e bottoni di allarme con cui chiedere aiuto. Si tratta della prima misura da quando è stato approvato il Nirbhaya fund che porta lo pseudonimo dato alla studentessa stuprata da un branco di uomini su un bus di Nuova Delhi a dicembre 2012, poi morta per le ferite riportate. Il nuovo sistema di controllo sui mezzi pubblici sarà applicato in 53 città con oltre un milione di abitanti. Sarà completato entro due anni, con una prima fase in 32 città e una seconda nelle restanti 21.