Per la Fisascat-Cisl si tratta di un'operazione illegittima: "Se uno di questi collaboratori assunti così venisse da noi, apriremmo subito una pratica per l’ispettorato del Lavoro". All'Ars si è aperta la corsa alle assunzioni dell'ultimo minuto. Una sorta di sanatoria, prevede che tutti i collaboratori assunti al 31 dicembre 2013 rimarranno comunque in carica fino alla fine della legislatura
Si aggirano tra i corridoi di Palazzo dei Normanni in giacca e cravatta, sono spesso avvocati o commercialisti, collaborano alla stesura di disegni di legge e interrogazioni, ma per lo Stato dovrebbero stirare, lavare i piatti e rassettare le stanze. Accade in Sicilia, dove per risparmiare sui contributi contrattuali, alcuni deputati regionali hanno deciso di assumere assistenti parlamentari come se fossero colf: il risparmio in busta paga è garantito. A rendere noto lo strano trattamento contrattuale è stata la deputata dell’Udc Alice Anselmo, che a proposito degli assistenti assunti come colf ha candidamente ammesso: “Io e molti miei colleghi abbiamo scelto questa soluzione”. Il motivo? “l contratto delle colf – ha spiegato l’esponente dell’Udc al Giornale di Sicilia – è l’unico che prevede la tipologia utilizzabile da una persona fisica, qual è un deputato: si tratta genericamente di servizi alla persona e all’interno del contratto da colf è prevista anche una categoria di servizi amministrativi”. I contratti fatti ai due portaborse sono a tempo indeterminato e per 40 ore settimanali. Contratti simili sarebbero stati stipulati da altri deputati per uno o più portaborse. Ma per la Fisascat-Cisl si tratterebbe di contratti illegittimi. “Se uno di questi collaboratori assunti come colf venisse da noi apriremmo subito una pratica per l’ispettorato del Lavoro”.
Parole che hanno gettato nel panico Palazzo dei Normanni. “Contratti da colf per i collaboratori dei deputati? Lo trovo di cattivo gusto”, ha commentato il presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, che aggiunge: “Io avevo assunto un collaboratore con un contratto giusto e ci rimettevo almeno 5mila euro”. “Otre che eccessivo, sarebbe ridicolo – ha replicato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone – Ho chiesto spiegazioni all’onorevole Alice Anselmo. Mi ha assicurato che si tratta di contratti per assistente personale amministrativo e addetto di segreteria. Pertanto, l’ho invitata a dare, immediatamente, pubblica contezza dei contratti, evitando sterili e inutili polemiche su argomenti inesistenti”. All’onorevole Anselmo, dopo la strigliata di Ardizzone, non è rimasto che chiarire: “Nessuno di noi, singoli parlamentari, può procedere ad alcuna assunzione, se non nei termini di legge che sono, appunto, quelli che in queste ore qualcuno si diverte a fare apparire anomali: un contratto di servizi alla persona, che comprende varie categorie e varie mansioni. Si tratta di un contratto che, tra contributi e tfr, garantisce il lavoratore sotto ogni punto di vista, rispettando i ccnl”.
Il problema dei contratti degli assistenti parlamentari però rimane: il nodo della questione è la parte riservata ai contributi. La forma più adatta di assunzione sarebbe quella di praticare contratti da coadiutori amministrativi, inquadramento che però fa aumentare chiaramente le spese contributive. All’Ars, dopo un lungo tira e molla durato più di un anno, è stato approvato il decreto sulla spending review: i parlamentari potranno spendere al massimo 58mila euro lordi ogni anno per i loro collaboratori, che possono essere anche infiniti dato che nessuna norma ne individua il numero massimo da assumere. L’importante è che abbiano un regolare contratto: logico dunque che convenga praticare formule che facciano risparmiare sulle tasse in modo da potere assumere diversi collaboratori con lo stesso budget.
Una sorta di sanatoria, poi, prevede che tutti i collaboratori assunti al 31 dicembre 2013 rimarranno comunque in carica fino alla fine della legislatura. Ecco quindi che all’Ars si è aperta la corsa alle assunzioni dell’ultimo minuto. Nonostante il Parlamento siciliano sia l’unico consiglio regionale d’Italia che può contare su 85 collaboratori interni fissi (che cambiano gruppo parlamentare ad ogni legislatura a seconda delle necessità) a Palazzo dei Normanni sono comparsi durante il periodo natalizio nuovi assistenti parlamentari. Che siano assunti come coadiutori amministrativi o come colf non importa: l’importante è che il loro contratto sia stato firmato entro il 2013.
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