Caratterizzato da un registro ultravolgare e dal dominio della violenza, l'intrattenimento a base di prostitute, ideato dal 'musicista' Immanuel Casto, va a ruba. E nonostante la raccolta di firme di tre parlamentari per bloccarne la vendita, si attende la nuova versione della serie, "Marchettari sprovveduti"
Se volete movimentare questi giorni che ancora mancano alla ripresa lavorativa, o avete giurato a voi stessi che non passerete più un Natale malinconico, correte ad acquistare “Squillo”, il gioco da tavolo in cui, giocando da veri papponi, potrete usare prostitute ed escort a vostro piacimento, spingendo le squillo che avete in dotazione – Lola e Hannah, Manny e Analia, Shannon e Patty – a pratiche estreme di ogni tipo. “Un’alternativa per intrattenere amici e parenti, una sfida a colpi di fellatio in cui dimostrare le vostre abilità manageriali”, spiega l’ideatore del gioco e “adult music star” Immanuel Casto, nel video che apre il sito squillogame.com.
Il gioco, che alla sua uscita, poco più di un anno fa, aveva scatenato le ire bipartisan delle senatrici Emanuela Baio, Maria Pia Garavaglia e Laura Bianconi (con raccolta di firme e interrogazione parlamentare perché il gioco fosse ritirato dal commercio e cessassero i numerosi spot online) è infatti ancora in circolazione, anche se solo nella versione Squillo Deluxe e Squillo Bordello d’Oriente (diecimila e cinquemila copie vendute): la prima edizione, Squillo Pappa, uscita l’anno scorso, è esaurita da un pezzo. Insomma Squillo Game, edito da Raven, è diventato una specie di cult, andando fortissimo sia ai Lucca Games di quest’anno – “le 1.600 copie di prevendita sono state subito esaurite”, ci spiega gentile una commessa del DragonStore di Ferrara – sia nei negozi in cui viene distribuito. Il target? “Soprattutto giovani universitari, anche tantissime donne”, ci raccontano dalla fumetteria Gamecraft di Chieti, dove il gioco, unico per adulti, è incartato in una velina rosa che ne copre il contenuto.
Aspettando la nuova versione della serie, “Marchettari Sprovveduti”, e ascoltando – ancor prima di provare il gioco – le risposte ai critici fatte dalla giovanissima autrice delle 99 carte base, la varesina ed esperta di fumetto erotico Martina Poli (“Allora Risiko e Mafia andrebbero vietati?”), sembra che la questione resti davvero confinata in un’atmosfera goliardica, come si affretta a commentare anche chi, il gioco, lo vende (“È sullo spirito di “Bacchanalia” o del gioco di dadi kamasutra”, ci spiegano sempre dal negozio Dragostore). Poi però, a leggere le carte, e il regolamento, oltre che a vedere gli spot – con l’Immanuel Casto, serissimo, che tenta invano di fare ironia sullo sfondo di un sito dall’estetica a metà tra un triste porno e un’ambientazione di tarocchi di quart’ordine – anche chi ha un animo lassista e scanzonato viene preso da certa tristezza. Certo, ci sono alcune cose divertenti, la carta Senso di colpa cattolico, che limita le azioni della squillo, così come quella del Testimone di Geova, che colpisce il pappone, rendendogli impossibile la gestione delle proprie prostitute. Ilare anche quella Carriera nel Porno, (“sfrutta le conoscenze e spompina i potenti”). Per il resto, però, il registro non solo è ultravolgare, (vedi carta Scorpacciata di cazzi, che “risolleva l’animo delle proprie ragazze”), che potrebbe anche starci, in fondo è un gioco per adulti.
Ma a prevalere è soprattutto la violenza. Le ragazze sono le “troie”, che possono essere uccise e i cui organi possono essere venduti per fare cassa. C’è la carta Taglia Gole, che “consente di levare di torno una troia nemica”, quella Inculata da un rottweiler, che “rende malata la troia che colpisce”, c’è l’opzione Kamikaze, per “trasformare la ragazza in una bomba umana”, Il pestaggio e La gravidanza indesiderata. Ci sono persino l’Olocausto, il Patto col Diavolo e la Possessione demoniaca, le punizioni per i papponi troppo caritatevoli o troppo stupidi, e, infine, pratiche estreme, il Pissing e il Fisting ma anche, ben visibile appena si apre il sito, il Gerbilling, con tanto di roditore tra le gambe di una ragazza.
Andandosi a rileggere, dopo la partita, le parole della senatrice Baio pronunciate in Aula si scopre non tanto di essere d’accordo (assurde le critiche di blasfemia, come infondata la richiesta di ritirare il gioco perché colpevole di sfruttamento e induzione della prostituzione). Ma che la voglia di giocare, vista la cronaca, tra prostitute uccise davvero e ragazzine con l’hobby dello squillo, è passata del tutto.
da Il Fatto Quotidiano del 3 gennaio 2014