La vicenda di Cesare Zovadelli, il 56enne di Cremona trovato morto nella sua casa due giorni dopo Natale, solo, al buio e al freddo, perché gli erano state da poco tagliate le utenze per “morosità”, ha riproposto perentoriamente il problema casa. Nella civilissima Cremona ma anche nel resto d’Italia, dove premono crisi economica e povertà dilagante. Cresce così il numero di coloro ai quali vengono tagliati luce e gas o, nel peggiore dei casi, vengono buttati in mezzo a una strada, perché impossibilitati a pagare l’affitto. Anche se nella vicenda cremonese precisi colpevoli sono difficili da individuare, c’è da dire che Zovadelli era conosciuto e seguito dai servizi sociali locali. Un motivo in più per chiedersi come sia possibile morire soli e in quel modo. Nel frattempo il Comitato anti-sfratti cremonese lanciare l’allarme, denunciando le storie di decine e decine di famiglie a rischio. “Ci deve essere maggiore considerazione per quella che è una vera e propria emergenza sociale”, dicono gli attivisti del comitato, che poi aggiungono: “A febbraio avremo più sfratti che saranno eseguiti in un unico giorno; noi cercheremo di bloccarli tutti” di Fabio Abati
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