Cronaca

Bergoglio in Israele e Giordania a maggio: sarà il quarto Papa in Terra Santa

Il pontefice ha annunciato il pellegrinaggio dal 24 al 26 maggio durante l'Angelus. Prima di lui Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno visitato i luoghi dove è nato il cristianesimo

Dal 24 al 26 maggio prossimo Papa Francesco sarà in Terra Santa. È stato lo stesso Bergoglio ad annunciare, all’Angelus, le date del suo pellegrinaggio in Giordania e Israele. Le tappe saranno Amman, Betlemme e Gerusalemme. “Scopo principale – ha spiegato il Papa ai numerosi fedeli presenti in piazza San Pietro – è commemorare lo storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora, che avvenne esattamente il 5 gennaio, come oggi, di 50 anni fa”. “Presso il Santo Sepolcro – ha aggiunto Bergoglio – celebreremo un incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Fin da ora vi domando di pregare per questo pellegrinaggio”.

Francesco è il quarto Papa a tornare nella Terra di Gesù. Prima di lui Paolo VI, nel 1964, dopo la seconda sessione del Concilio Vaticano II, tornò nella terra in cui, per i cristiani, Gesù diede a Pietro il compito di “confermare i fratelli nella fede”. Nel 2000, durante il Grande Giubileo, fu Giovanni Paolo II a ripercorrere le strade della Terra Santa. E nel 2009 fu Benedetto XVI ad andare in Israele. Del viaggio del Papa emerito rimane nella memoria l’appello in favore del buon esito dei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi affinché “ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all’interno di confini sicuri e internazionalmente riconosciuti”.

A Betlemme Benedetto XVI aprì il suo cuore ai palestinesi: “So quanto avete sofferto e continuate a soffrire a causa delle agitazioni che hanno afflitto questa terra per decine di anni”. Un appello particolare Ratzinger lo rivolse ai giovani palestinesi affinché mai “le perdite di vite e le distruzioni suscitino amarezze o risentimento nei cuori”, resistendo così a ogni tentazione di ricorrere ad atti di violenza e di terrorismo. Visitando poi il campo profughi di Aida, il Papa emerito affermò che “è tragico vedere che vengono tuttora eretti dei muri e che gli sforzi diplomatici potranno avere successo soltanto se gli stessi palestinesi e israeliani saranno disposti a rompere con il ciclo delle aggressioni”. Papa Francesco ripartirà proprio da qui per proseguire il difficile cammino di pace tra israeliani e palestinesi e per consolidare il dialogo ecumenico e interreligioso che in Terra Santa, grazie a Montini, Wojtyla e Ratzinger, ha scritto delle pagine storiche non solo per la Chiesa di Roma ma per la convivenza pacifica del mondo intero.

Twitter: @FrancescoGrana