Non tengono un posto fisso. Precari come le vite e le circostanze attenuanti. I calendari migranti si spostano quando se ne presenta l’opportunità. I loro giorni si nascondono e si confondono con le settimane e i mesi. Degli anni hanno ormai perso il conto. Si inseguono e a fatica raggiungono le stagioni della vita. Coincidono con guerre, carestie e piani falliti di attraversamenti. I calendari scivolano dalle pareti e si rifugiano dove capita nelle soste di transito. Non si credono per nulla indispensabili perché il tempo finge di presentarsi uguale all’anno prossimo. Anche il 2014 non offre migliori garanzie di stabilità dei barconi che vendono i migranti al mare.
Nel calendario mobile c’è Roberts che si delocalizza come l’aeroporto omonimo di Monrovia. Circondato dalla foresta nomade di alberi di caucciù per i pneumatici da corsa della Firestone. Sua moglie si chiama Clinton tanto per non perdere la memoria del passato coloniale. Sua figlia che vuole camminare si chiama Tina e suo figlio è stato chiamato Messi. Forse da grande farà il calciatore, ma nel frattempo segue la partita di suo padre. James vorrebbe spostare la sua casella in Nigeria e chiede senza convinzione i soldi del viaggio. Clement e Mary si sono trovati alla stazione delle corriere guardando il calendario delle partenze. Magari decidono di sposarsi al ritorno.
I numeri segnano i giorni e i nomi dei santi presi in prestito dalle ditte. Quelli delle multinazionali sono anonimi come le merci che fanno circolare. I colori marcano le feste poco raccomandabili dell’anno che si sente spaesato dalle lune. Rimangono molti posti disponibili da inserire negli spazi dei giorni. I nomi dei martiri cambiano in continuazione. Gli ultimi calendari migranti spostano il domicilio a seconda del paesaggio politico. Appesi ad un chiodo il mese prima si trovano d’incanto nella sacrestia di una chiesa lasciata incustodita. Il mese seguente transitano da una borsa all’altra e giocano a nascondino col vento. A volte si travestono in aquiloni per i bambini.
Quando non si sa che direzione prendere è meglio guardare indietro. Almeno si sa da dove si viene. È quello che James a 42 anni ha scelto di fare. Lei invece è senza età perché ha dato un colore diverso ai suoi capelli sintetici da fine d’anno. Roukaya trova il suo spazio con la figlia Aicha che porta il nome della terza moglie del profeta. Amata da lui più delle altre donne. Entrambi i figli si chiamano infatti Mouhammed. Nell’elenco telefonico della città di Niamey del 2011 questo nome ritorna oltre 300 volte. Arriva dall’Arabia Saudita ed è nigeriana senza territorio. Idriss evita di inciampare nel calendario perché è orgoglioso e forte come il nome che lo porta.
I calendari migranti spariscono quando servono. Sono inutili per prendere appuntamenti che a nessuno viene in mente di rispettare. Nelle borse da viaggio non c’è posto per loro e i cellulari li hanno sostituiti solo quando funzionano. Profittano di ogni presa di corrente per ricaricare le batterie che durano sempre meno come gli anni. Passano di mano in mano come testimoni di una saggezza antica dimenticata al paese. Ci sarebbe spazio per i proverbi che hanno imparato quando non servivano. I calendari li usano le agenzie per distribuire gli aiuti e per completare le statistiche umanitarie. Sono gli stessi delle banche e delle ditte di importazione di prodotti cinesi.
Abraham si figura Ibrahim che cerca il calendario promesso a lui e ai suoi discendenti. Il sacrificio del capro oggi si sostituisce coi sacrifici umani dell’economia globale. Rifugiato da se stesso e dalla vita conta di andare nel Sudan non fosse per la guerra che non finisce mai. Job è messo in pianta stabile quasi ogni mese e Joseph suona bene sotto Natale senza i Re Magi a fare la spesa. Gli hanno rubato i documenti di viaggio e i soldi per tornare. Si vedono poco con Emmanuel perché i due hanno problemi di vista e preferiscono guardare lontano. Fabrice suona atipico come Zita che porta in braccio Elia profeta degli ultimi tempi. Con Omar si tocca l’esotico e da Abbas si va in cerca del padre assente. Esther si trova con Anna e senza annunciarsi arriva Djbril. Gabriele col calendario appena stampato senza data fissa.
Niamey, gennaio 2014