A pochi giorni dalla presentazione dei candidati alle elezioni Regionali sarde si delineano definitivamente le liste che scenderanno in campo.
Il Pd e la coalizione di centrosinistra, dopo qualche turbolenza iniziale, hanno scelto il loro candidato alla Presidenza: sarà Francesco Pigliaru, sassarese di 59 anni, professore universitario molto stimato ed ex Assessore al Bilancio della Giunta Regionale guidata da Renato Soru.
Ma la notizia, forse, più importante è la non partecipazione alle prossime elezioni del Movimento 5stelle. Il Movimento dei 5Stelle sardi, infatti, non ha ottenuto l’autorizzazione da Bebbe Grillo ad utilizzare il simbolo.
Pertanto, alle prossima competizione elettorale i grillini, che alle precedenti politiche avevano ottenuto in Sardegna il maggior numero di voti, non ci saranno. Un enorme bacino di voti che potrà incidere sul risultato finale delle Regionali sarde.
Lo scenario politico regionale è molto complesso.
Da una parte il centrodestra è molto diviso, oltre ai soliti problemi giudiziari. Una coalizione sostiene il Governatore uscente Ugo Cappellacci, dall’altra l’On. Mauro Pili, sempre di Forza Italia, scende in campo con una propria lista autonoma.
Altra coalizione autonoma fa capo alla scrittrice Michela Murgia. Vera incognita di queste elezioni.
Poi il centrosinistra. In ritardo sicuramente, ma che finalmente ha scelto un nome per la Presidenza che ha riunito e rafforzato la coalizione di centrosinistra.
Il 16 gennaio scadrà il termine per presentare le liste dei candidati e si conosceranno così le liste complete. Il tempo per la campagna elettorale è molto poco, ma le differenze in campo ora sono notevoli.
Sulla questione morale e sulle cose fatte negli ultimi cinque anni la coalizione di centrodestra è senza dubbio in difficoltà. La Sardegna in questi ultimi anni ha subito una notevole perdita di posti di lavoro e di competitività. In ogni campo e materia la Giunta Cappellacci ha dimostrato la propria incompetenza.
In cinque anni il centrodestra non è riuscito a fare un piano regionale dei trasporti. Fatto che non permette alla Sardegna di avere una vera e propria continuità territoriale. Per la sanità la nostra Regione è l’ultima in classifica in materia di trasparenza, con elevato rischio di corruzione. Insomma gli argomenti saranno sicuramente tanti ed importanti.
Vedremo se la Sardegna vorrà cambiare completamente pagina o rimanere in queste pessime condizioni.