Cinema

Il Grande Match, Stallone e De Niro di nuovo sul ring

Il Grande MatchDue “pesi massimi” del cinema di nuovo sul ring, questa volta insieme, uno contro l’altro, da acerrimi rivali. Per quanto chi scrive non sia un appassionato del genere, è impossibile non ricollegare rispettivamente Sylvester Stallone a Rocky Balboa e Robert De Niro al Jake LaMotta di Toro scatenato, l’intramontabile capolavoro di Scorsese. Personaggi indimenticabili che hanno dato una svolta alla carriera dei due attori, per Sly in particolare che ha pensato a Rocky, creandolo dal nulla, in un periodo in cui la notorietà era cosa ancora lontana e la situazione economica non era delle più rosee. Il 24 marzo del ’75, dopo aver assistito all’incontro di boxe tra Muhammad Ali e Chuck Wepner, Stallone ebbe l’illuminazione e in tre giorni buttò giù una prima stesura, dando forma al protagonista, ispirandosi alla storia di Wepner stesso, che a quei tempi era un pugile semisconosciuto.

A oggi Rocky è tra i primi cinquanta eroi di tutti i tempi e al trentaquattresimo posto dei “100 Grandi personaggi del cinema” secondo la rivista Empire e Stallone resterà indissolubilmente legato alla sua creatura. Ma sono passati 39 anni dal primo capitolo della serie di Rocky e quasi 34 dalla pellicola di Scorsese e i due attori, per quanto cinematograficamente immortali, i segni del tempo li dimostrano tutti. Le critiche non tarderanno ad arrivare, anzi, a dir la verità, in rete già da prima che iniziasse la produzione del progetto, i fan delle due icone avevano fatto a gara per esprimere il loro disappunto. Ma per quanto ritroveremo i due protagonisti di nuovo in guantoni, i ruoli saranno ben diversi dai capolavori che li hanno resi celebri e avremo modo di apprezzarli in una veste inedita. De Niro, uno tra i più straordinari trasformisti del cinema, e Stallone, idolo di un’intera generazione, erano i soggetti perfetti per l’idea dei due sceneggiatori.

Tim Kelleher, che ha scritto a quattro mani la storia con Rodney Rothman, ebbe la scintilla nel ’99, quando uscì sui giornali la notizia del tentativo di organizzare un match tra Larry Holmes e George Foreman, tutti e due allora cinquantenni. L’incontro non ebbe luogo, ma sarebbe stato l’occasione per uno “spareggio” tra due pugili la cui rivalità era leggendaria e che fino a quel momento non avevano ancora avuto l’opportunità giusta per una resa dei conti. Ecco, questa è stata la domanda che Kelleher si è posto ed è questo il soggetto alla base del film. Stallone e De Niro sono rispettivamente Henry “Razor” Sharp e Billy “The Kid” McDonnen, due pugili di Pittsburgh che per lungo tempo hanno calcato le pagine dei quotidiani locali per via della loro accanita rivalità. Entrambi avevano vinto un match ma nell’83, alla vigilia del terzo e decisivo incontro, Razor si era ritirato senza un perché, ponendo fine alla carriera di entrambi.

Il promoter Dante Slate Jr. propone ai due di tornare sul ring per regolare i conti una volta per tutte. E a trent’anni di distanza Rocky e LaMotta tornano più agguerriti che mai. Stallone, che non ha mai perso il phisique du role e che tradisce la sua età solamente per colpa dell’eccesso di chirurgia di cui ha abusato negli ultimi anni e De Niro, che, persa qualche taglia, sembra essere tornato in perfetta forma, danno vita a un film onesto, che di drammatico ha ben poco e che lascia spazio all’autoironia, senza mai scadere nel patetico. Di momenti comici ce ne sono molti, complici anche l’esilarante Kevin Hart nel ruolo di Dante Slate Jr. e il premio Oscar Alan Arkin in quello del vecchio allenatore di Razor, Louis “Lightning” Conlo, dal tagliente e impietoso sarcasmo.

Per quanto Stallone e De Niro abbiano già diviso il grande schermo in Copland, il thriller del 1997 diretto da James Mangold, l’occasione di vederli insieme, uno di fronte all’altro, ognuno con il proprio bagaglio di personaggi alle spalle, questa volta in una commedia ambientata nel mondo della boxe, poteva essere un’arma a doppio taglio, essendo entrambi diventati famosi proprio per aver interpretato dei pugili sullo schermo, ma grazie al regista Peter Segal e alla bravura dei due protagonisti, il film riesce a equilibrare la giusta dose di comicità e sentimento senza mai ricadere in facili clichè.

Data italiana di uscita: 9 gennaio 2014