Inizio anno, tempo di tirare le somme sull’anno precedente. E le somme dei dati di qualità dell’aria di Arpa Emilia Romagna in Emilia Romagna sembrano indicare, a Modena, un miglioramento della situazione rispetto ad altri anni.
Secondo qualche politico è merito dei provvedimenti anti smog: qualche domenica ecologica, limitazione al traffico per i veicoli “vecchi e inquinanti”, piani sosta con mega parcheggi che restano vuoti e nel frattempo, vedi Modena, si aumenta il costo della sosta nei viali (pubblici) a vantaggio dei gestori del novi Park (privati) a cui vanno la maggior parte degli incassi. Ma veramente qualcuno pensa seriamente che queste cure palliative possano migliorare la qualità dell’aria, mentre i Suv di nuova generazione, magari col pass invalidi, arrivano fin sotto al Duomo, gli inceneritori aumentano la loro capacità, si aumenta la dispersione urbana, le aperture domenicali dei centri commerciali (qualcuno ha per caso mai misurato i PM10 nel parcheggio del Grandemilia?) e si insiste sulle nuove inutili e costose autostrade?
Torniamo ai numeri, alcuni anni fa Modena primeggiava nella classifica delle città emiliane col maggior sforamento di PM10, ora viaggiamo a metà classifica regionale, con 51 sforamenti (contro 35 consentiti dalle direttive europee) della soglia di 50 microgrammi al metro cubo di polveri fini. Ma siamo veramente diventati così bravi noi modenesi ? Forse, ma la interpretazione è più complessa; infatti, la centralina di via Nonantolana alla Crocetta, che dava più sforamenti, collocata in una delle zone più inquinate (e trafficate) della città, è stata disattivata da un paio d’anni.
Comunque, con l’attuale stazione di riferimento, la centralina di smog di via Giardini, le cose sembrano essere veramente migliorate: nel 2012 si ebbero 85 sforamenti, nel 2013 “soli” 51.
Se però andiamo a ben vedere i dati, negli ultimi 3 mesi, gli sforamenti sono passati dai 15 del 2012 ai 30, dunque il doppio, del 2013. Colpa, diranno gli amministratori pubblici, del tempo stabile e delle inversioni termiche. Allora, diciamo noi, viceversa il presunto miglioramento può essere stato favorito non tanto dai provvedimenti antismog quanto dalla stagione molto perturbata dello scorso inverno.
Occorre inoltre ricordare che, nel frattempo, complice la crisi, sono crollati i consumi di carburanti e del metano.
Un’altra considerazione sui numeri delle statistiche dello smog: la prima, il verde urbano serve, e parecchio. Ancora una volta gli sforamenti sono molto minori al Parco Ferrari (37 nel 2013, contro le 51 di Via Giardini), dove peraltro negli ultimi tre mesi 2013 non si riscontrano differenze sul 2012, dunque l’aria sembra effettivamente migliorare nei parchi pubblici ma peggiorare nei viali trafficati; ci sarebbe da approfondire e riflettere.
Qualche parola infine sull’inceneritore; le emissioni di PM10 dalla gestione rifiuti ammontano circa al 5%, una fetta non trascurabile di emissioni (peraltro fra quelle più nocive) poco dirà qualcuno, ma provenendo da una sola fonte, li si potrebbe facilmente evitare, se non si bruciassero i rifiuti; ed eliminare l’incenerimento rifiuti è senz’altro più facile da realizzare, se ci fosse volontà, che eliminare traffico o riscaldamenti domestici.
Altra riflessione su questi ultimi, su cui si sono focalizzati alcuni provvedimenti d’emergenza che rasentano il ridicolo: va bene si abbassare da 20 a 19°C il riscaldamento domestico, ma chi controlla nelle case se viene rispettato? E soprattutto, il solito il cittadino si sente preso in giro quando vede negozi con la porta aperta e soffione di aria calda, bar con lampade riscaldatrici, scuole ed edifici pubblici con impianti obsoleti e che non consentono di gestire la temperatura in modo corretto fra i vari locali, ecc.
Quasi comico poi il divieto di usare i caminetti a legna nelle case che hanno riscaldamento a gas; vero che la legna non è ecologica come si crede, ma non dobbiamo dimenticare che i caminetti non sono certo in grande numero e comunque se si usano va da sé che si consuma senz’altro meno gas in casa.
Insomma, nel bene e nel male, i dati dell’inquinamento dell’ aria vanno letti, incrociando diversi elementi; una qualsiasi lettura dei dati puri e semplici, è fuorviante, se non falsificatrice della realtà.