Cronaca

Verona, malata senza più casa popolare. Lettera di denuncia il giorno di Natale

Anita Bombiero sostiene di essere stata privata ingiustamente della casa popolare in cui viveva. “Il sindaco non mi ha mai voluto ricevere ed ascoltare, così come l’assessore ai servizi sociali Anna Leso, che quando mi vede chiama la Polizia municipale per farmi allontanare"

Un Natale di lacrime e sofferenza. Anita Bombiero ha aspettato la messa in Duomo a Verona il giorno di Natale per far conoscere la sua disperata situazione, far sapere chi l’ha cacciata di casa e che ora vive per strada. Davanti al vescovo Giuseppe Zenti e davanti ai fedeli ha letto una lettera, scritta giorni prima. Qualcuno ha cercato di impedirle la lettura, ma poi è calato il silenzio. Ha pianto, ma è riuscita a portare a termine il suo intervento. Già mesi prima era andata in piazza con una cartello al collo con scritto “clandestina nella mia città”.

“Sono Anita Bombiero di Verona – ha iniziato -, sono gravemente ammalata e solo grazie a delle medicine che assumo quotidianamente sopravvivo ed appartengo (purtroppo) alle categorie socialmente protette. Ho sempre vissuto in un alloggio popolare a Verona. Agec, l’azienda che si occupa delle case popolari (del Comune di Verona, ndr) con procedure e cause in Tribunale è riuscita a togliermelo, sulla base di un presunto debito per spese di manutenzione. Debito inesistente e comunque sicuramente superabile con il prelievo delle somme pretese dalla mia pensione. Ma il debito era un pretesto: sono scomoda, parlo e scrivo troppo e per questo hanno deciso di farmi fuori. Addirittura l’Agec mi ha restituito 100 euro, poiché avevano verificato che avevo versato di più rispetto a quanto dovuto. L’Agec mi aveva promesso di sottoscrivere un nuovo contratto di locazione. Fatto sta che mi hanno buttato sulla strada, ho perso tutto (alloggio popolare, mobili e vestiti), non ho parenti, vivo e dormo dove capita da oltre due anni. Non ho mai chiesto la carità e spesso spero di morire per farla finita con le sofferenze”.

E qui comincia l’affondo contro i vertici dell’Agec e dell’ex direttore Sandro Tartaglia, finito in manette per presunta corruzione, e contro il sindaco Flavio Tosi. “Il sindaco non mi ha mai voluto ricevere ed ascoltare, così come l’assessore ai servizi sociali Anna Leso, che quando mi vede chiama la Polizia municipale per farmi allontanare. Supplico quotidianamente per iscritto il nuovo presidente di Agec, l’avvocato Galli Righi, il quale recentemente ha dichiarato pubblicamente che Agec mi avrebbe assegnato un’altra abitazione. Agec così ammette di aver illegittimamente tolto ad una cittadina onesta ed invalida la propria casa e vorrebbe darmene un’altra. Qualcuno forse si ricorderà di me e di queste mie parole quando il Signore mi accoglierà tra le sue braccia. Un saluto amaro”, così concludeva Anita Bombiero. Un attimo ancora di silenzio assoluto, poi in Duomo è scoppiato un applauso, mentre il vescovo si dichiarava pronto a intervenire in suo favore. Molti fedeli si sono avvicinati alla donna per offrirle denaro, che ha rifiuto.