Per i sindacati si tratta di un atto positivo che, come rimarca Stefano Lai, delegato della Rsu Cub, "deve essere visto come soluzione tampone provvisoria in attesa della risoluzione della vertenza". L'obiettivo dei sindacati e quello dei lavoratori, infatti, è la riapertura dello stabilimento
Un altro anno di cassa integrazione per i lavoratori diretti dello stabilimento Alcoa di Portovesme, nel Sulcis. Il via libera arriva dal Ministero del Lavoro che il 2 gennaio ha approvato il provvedimento che garantisce l’erogazione degli ammortizzatori sociali alle maestranze dirette dell’Alcoa.
Per i sindacati si tratta di un atto positivo che, come rimarca Stefano Lai, delegato della Rsu Cub, “deve essere visto come soluzione tampone provvisoria in attesa della risoluzione della vertenza”. Una vertenza che in passato era stata caratterizzata da grandi tensioni sfociate anche in scontri tra tute blue che manifestavano e forze dell’ordine.
L’obiettivo dei sindacati e quello dei lavoratori, infatti, è la riapertura dello stabilimento che nella zona industriale di Portovesme si occupava, sino alla fermata della produzione, di alluminio primario. “Se non si trova una soluzione – spiega Lai – anche per i lavoratori diretti dal 1 gennaio 2015 c’è il licenziamento e quindi la mobilità. Per questo motivo rimarchiamo il fatto che il nostro obiettivo è quello di far riaprire la fabbrica”. L’attenzione dei lavoratori e dei sindacalisti è tutta rivolta alla trattativa tra Klesch e Alcoa per l’acquisizione dello stabilimento. “Attendiamo la convocazione dal ministero per capire come sta andando la trattativa – spiega Bruno Usai, Rsu Fiom – e resta la preoccupazione per le imprese d’appalto”.
I giorni scorsi, intanto, il gruppo Di Bartolo, ha deciso di prorogare per altri quattro mesi la cassa integrazione per i circa 160 dipendenti, mentre un’altra azienda che si occupa di appalti ha avviato la messa in mobilità dei suoi 40 dipendenti.