“Dio liberali, se proprio ci sei, dalla competizione”. Si apre con questa sorta di preghiera rivolta al dio del Rock il nuovo disco della musicista faentina, Simona Gretchen, intitolato Post-Krieg. Del resto, soprattutto in Italia, “mantenere una certa obiettività nel tipo di saturazione in cui siamo abituati a muoverci oggi – dichiara l’artista – è praticamente impossibile, e se qualcosa va per il verso giusto rischia di diventar questione più di sorte che di merito”. Post-Krieg, fra i migliori album usciti nel corso dello scorso anno, è il suo secondo disco, dal sound molto dark, che va dallo stoner/blues della title-track alla danza tribale di Hydrophobia: “Krieg è un conflitto, più interiore che vissuto nei confronti di qualcuno (o qualcosa) di altro da sé. Post-Krieg – racconta Simona Gretchen – è la messinscena di quel conflitto, inteso artaudianamente, come guerra dei princìpi, ed è allo stesso tempo e più letteralmente un dopoguerra. Con il vuoto, ma anche il potenziale che ogni tabula rasa comporta”. Un concept fortemente autobiografico che ha due temi cardine: la guerra dei princìpi e la fine: “Una fine in senso ampio di un ciclo e del progetto ‘Simona Gretchen’ stesso, in fondo. Tanto è vero che non usciranno altri dischi”. Già. Quella di chiudere il progetto con quest’album non è stata una decisione a posteriori: “Appena ho iniziato a lavorarci ho capito che non ce ne sarebbero stati altri. Quello che stava finendo in Post-Krieg non rappresentava la mia realtà di quel momento: era la realtà, in un certo senso. L’ambizione era fare qualcosa di cui essere fieri anche fra dieci anni, non aveva nulla a che fare con il riscontro che potesse avere all’esterno, anche se so quanto possa suonare ipocrita”.
Simona, mi parli di te oltreché del tuo background artistico?
L’amore per linguaggi artistici diversi mi ha sempre impedito di dedicarmi a qualcosa in senso esclusivo. O tanto da volerne fare un mestiere. Probabilmente per questo so forse più di letteratura e di teatro di quanto sappia di musica, anche se viene naturale pensare che l’attività cui si è dedicato più tempo nell’ultima decina d’anni sia ciò che si ama di più. Ma per me far musica difficilmente potrebbe essere un lavoro o qualcosa di riconducibile a una qualche routine.
Come nascono le tue canzoni? Hai un metodo o aspetti che arrivi l’ispirazione?
Certe buone intuizioni arrivano quando meno me l’aspetti, ma aspettare l’ispirazione non coincide, generalmente, con lo star con le mani in mano. Non si tratta di avere un metodo, per me, per lo meno. Ciò che è più importante per me è avere una chiara visione d’insieme iniziale. Un disegno, un’immagine. Più è chiara quell’immagine, più mi è facile addentrarmi nei dettagli, che essi riguardino i testi o gli arrangiamenti. Nel caso di Post-Krieg l’immagine d’insieme non riguardava un singolo brano, ma l’intero disco. Eeviac e Silvia Karamazov mi hanno poi aiutato con il loro lavoro a trasferire il tutto nell’artwork.
Cosa significa fare musica per te?
Fare musica per me è stato possibile nel momento in cui mi ha permesso di dar corpo a un’idea che avevo e a cui volevo dare forma. Se il mezzo migliore per farlo fosse un altro ne avrei probabilmente usato un altro. Per me fare musica è stata la via per (ri)organizzare un discorso interiore. Sono solo una persona che ama determinati ascolti e atmosfere, con una mente mossa, a tratti, da impulsi … creativi. Sono un’autrice, non mi è ben chiaro di cosa. Di certo non una musicista in senso proprio.
Qual è la tua opinione riguardo la situazione musicale in Italia?
La sensazione che ho io è che ci siano numerosi talenti che in un contesto diverso da quello italiano raggiungerebbero obiettivi ben diversi dai migliori cui possono mirare qui. Sono felice del fatto che sempre più persone cerchino di portare avanti i loro progetti/percorsi contemporaneamente dentro e fuori il paese. Mi rattrista invece notare come spesso fenomeni di nessuno spessore artistico e nessuna originalità vengano scambiati per qualcosa di cui valga la pena parlare. Colpa più o meno di tutti, nessuna categoria esclusa. Per pensare positivo bisogna guardare agli individui, e non è che non esista chi agisce con una cognizione di causa e una visione d’insieme diverse. Solo è sempre più difficile che ciò che fa arrivi a un numero di persone maggiore di mille o diecimila. Mantenere una certa obiettività nel tipo di saturazione in cui siamo abituati a muoverci oggi è praticamente impossibile, e se qualcosa va per il verso giusto rischia di diventar questione più di sorte che di merito.
Qual è la tua opinione sui social network? Quanto ti sono utili nella tua attività?
Ho ancora il mio account su Facebook, senza la mia vita sarebbe probabilmente troppo sana e felice. L’utilità, in senso strettamente pratico-promozionale, dei social è indubbio, soprattutto se hai una qualsiasi attività da promuovere, ma bisognerebbe aprire decine di parentesi. Ne scelgo una, tanto per fare un esempio: a un certo punto è passata l’idea che essere artisti/musicisti oggi senza essere buoni promoter di se stessi, sui social compresi, non avesse senso, e in quel momento tutti hanno cominciato a chiedersi come rendersi originali, a che trovata potesse spianar loro una qualsiasi strada, il tutto accompagnato dall’uscita di improbabili manuali, e quasi nessuno si è chiesto se avesse senso. Infatti il mercato pullula di morti che camminano, e di cose che difficilmente ricorderà qualcuno. I dischi che valgono quanto un elettrodomestico sono nati per valere quanto un elettrodomestico, per il semplice fatto che non c’è nessuna ambizione di fondo che possa portarli a valere più di un elettrodomestico. Il focus si era già spostato dall’oggetto da promuovere alla promozione stessa. Gli artisti si comportano da addetti stampa e non si rendono nemmeno conto di esserlo diventati. E se affronti questo discorso, rispetto al quale persino Andy Warhol sarebbe stato avanti anni luce, passi nella migliore delle ipotesi per uno che non è incline ad accogliere il cambiamento e nella peggiore per un provocatore. Il fatto è che ogni giorno aprendo la posta trovo almeno due messaggi che potrei riassumere in: ciao/sono X e questa è la pagina della mia band/ci chiamiamo Y/se ti va clicca mi piace/diffondi il nostro nuovo video. Serve aggiungere altro?
Cosa ti aspetti per il 2014?
Cerco di non aspettarmi mai niente. Il 2014 si presenta pieno di novità, oltre che di incognite, rispetto alla routine degli ultimi quattro o cinque anni, e la cosa non mi dispiace.
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Pasquale Rinaldis
Giornalista
Musica - 8 Gennaio 2014
Musica: ‘Post-Krieg’, Simona Gretchen atto secondo
Simona, mi parli di te oltreché del tuo background artistico?
L’amore per linguaggi artistici diversi mi ha sempre impedito di dedicarmi a qualcosa in senso esclusivo. O tanto da volerne fare un mestiere. Probabilmente per questo so forse più di letteratura e di teatro di quanto sappia di musica, anche se viene naturale pensare che l’attività cui si è dedicato più tempo nell’ultima decina d’anni sia ciò che si ama di più. Ma per me far musica difficilmente potrebbe essere un lavoro o qualcosa di riconducibile a una qualche routine.
Come nascono le tue canzoni? Hai un metodo o aspetti che arrivi l’ispirazione?
Certe buone intuizioni arrivano quando meno me l’aspetti, ma aspettare l’ispirazione non coincide, generalmente, con lo star con le mani in mano. Non si tratta di avere un metodo, per me, per lo meno. Ciò che è più importante per me è avere una chiara visione d’insieme iniziale. Un disegno, un’immagine. Più è chiara quell’immagine, più mi è facile addentrarmi nei dettagli, che essi riguardino i testi o gli arrangiamenti. Nel caso di Post-Krieg l’immagine d’insieme non riguardava un singolo brano, ma l’intero disco. Eeviac e Silvia Karamazov mi hanno poi aiutato con il loro lavoro a trasferire il tutto nell’artwork.
Cosa significa fare musica per te?
Fare musica per me è stato possibile nel momento in cui mi ha permesso di dar corpo a un’idea che avevo e a cui volevo dare forma. Se il mezzo migliore per farlo fosse un altro ne avrei probabilmente usato un altro. Per me fare musica è stata la via per (ri)organizzare un discorso interiore. Sono solo una persona che ama determinati ascolti e atmosfere, con una mente mossa, a tratti, da impulsi … creativi. Sono un’autrice, non mi è ben chiaro di cosa. Di certo non una musicista in senso proprio.
Qual è la tua opinione riguardo la situazione musicale in Italia?
La sensazione che ho io è che ci siano numerosi talenti che in un contesto diverso da quello italiano raggiungerebbero obiettivi ben diversi dai migliori cui possono mirare qui. Sono felice del fatto che sempre più persone cerchino di portare avanti i loro progetti/percorsi contemporaneamente dentro e fuori il paese. Mi rattrista invece notare come spesso fenomeni di nessuno spessore artistico e nessuna originalità vengano scambiati per qualcosa di cui valga la pena parlare. Colpa più o meno di tutti, nessuna categoria esclusa. Per pensare positivo bisogna guardare agli individui, e non è che non esista chi agisce con una cognizione di causa e una visione d’insieme diverse. Solo è sempre più difficile che ciò che fa arrivi a un numero di persone maggiore di mille o diecimila. Mantenere una certa obiettività nel tipo di saturazione in cui siamo abituati a muoverci oggi è praticamente impossibile, e se qualcosa va per il verso giusto rischia di diventar questione più di sorte che di merito.
Qual è la tua opinione sui social network? Quanto ti sono utili nella tua attività?
Ho ancora il mio account su Facebook, senza la mia vita sarebbe probabilmente troppo sana e felice. L’utilità, in senso strettamente pratico-promozionale, dei social è indubbio, soprattutto se hai una qualsiasi attività da promuovere, ma bisognerebbe aprire decine di parentesi. Ne scelgo una, tanto per fare un esempio: a un certo punto è passata l’idea che essere artisti/musicisti oggi senza essere buoni promoter di se stessi, sui social compresi, non avesse senso, e in quel momento tutti hanno cominciato a chiedersi come rendersi originali, a che trovata potesse spianar loro una qualsiasi strada, il tutto accompagnato dall’uscita di improbabili manuali, e quasi nessuno si è chiesto se avesse senso. Infatti il mercato pullula di morti che camminano, e di cose che difficilmente ricorderà qualcuno. I dischi che valgono quanto un elettrodomestico sono nati per valere quanto un elettrodomestico, per il semplice fatto che non c’è nessuna ambizione di fondo che possa portarli a valere più di un elettrodomestico. Il focus si era già spostato dall’oggetto da promuovere alla promozione stessa. Gli artisti si comportano da addetti stampa e non si rendono nemmeno conto di esserlo diventati. E se affronti questo discorso, rispetto al quale persino Andy Warhol sarebbe stato avanti anni luce, passi nella migliore delle ipotesi per uno che non è incline ad accogliere il cambiamento e nella peggiore per un provocatore. Il fatto è che ogni giorno aprendo la posta trovo almeno due messaggi che potrei riassumere in: ciao/sono X e questa è la pagina della mia band/ci chiamiamo Y/se ti va clicca mi piace/diffondi il nostro nuovo video. Serve aggiungere altro?
Cosa ti aspetti per il 2014?
Cerco di non aspettarmi mai niente. Il 2014 si presenta pieno di novità, oltre che di incognite, rispetto alla routine degli ultimi quattro o cinque anni, e la cosa non mi dispiace.
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Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.