L’ottimismo del governo di Enrico Letta non è condiviso da Mario Draghi. “E’ prematuro dichiarare vittoria contro la crisi“, ha detto il presidente della Banca centrale europea, ricordando che “la ripresa c’è, ma è modesta e fragile, permangono rischi finanziari, politici e geopolitici”. L’ex numero uno di Bankitalia spegne così l’ottimismo di Fabrizio Saccomanni, che l’estate scorsa aveva assicurato: “La recessione è finita e l’economia entrerà in ripresa, siamo a un punto di svolta del ciclo”.
“L’Eurozona è complessivamente in graduale ripresa”, ma questa sarà ancora “debole” nel 2014 e 2015, ha spiegato Draghi nella conferenza stampa al termine del consiglio direttivo dell’Eurotower, sottolineando che persistono i “rischi al ribasso sulla ripresa” dell’area euro e annunciando tassi di interesse “al presente o a un più basso livello per un lungo periodo di tempo”. Non solo. La Bce è pronta a “ulteriori decisive misure” se saranno necessarie e tiene sotto stretto monitoraggio gli sviluppi sui mercati monetari.
In cima alle preoccupazioni c’è lo spettro della deflazione. “Le prospettive di medio termine per l’inflazione sono peggiorate”, ha ammesso Draghi. Anche se le attese “rimangono bene ancorate” all’obiettivo della Bce, di mantenere il tasso “vicino ma sotto il 2 per cento”. Il presidente della Bce ha poi precisato che “vogliamo essere trasparenti, ma non siamo un unico Paese”. Per questo, “siamo guardiani gelosi dell’indipendenza dei membri del nostro Consiglio”.
C’è poi il nodo disoccupazione. “I segnali di ripresa sono ancora modesti, oggi ci sono 26,5 milioni di europei senza lavoro dopo tre anni di crescente disoccupazione”, ha avvertito anche il commissario Ue al Lavoro Lazlo Andor. E ha aggiunto: “I disordini e le proteste in Europa dimostrano che la fiducia nella capacità della classe politica è ancora carente. Bisogna fare in modo che il 2014 sia l’anno in cui le politiche e misure per ripresa siano rafforzate, servirà inoltre un rafforzamento delle riforme per l’integrazione finanziaria dell’Eurozona senza la quale ci troveremo di nuovo davanti alle incertezze e metteremmo a rischio la ripresa”.