La corsa al futuro sindaco di Modena non sembra entusiasmare né gli elettori, né i futuri eletti. Finora le candidature forti, nel centro sinistra, sembravano essere due: Francesca Maletti e Adriana Querzè, ambedue assessori della attuale giunta.
Francesca Maletti di provenienza Caritas ed attuale assessore ai servizi sociali e alla casa, iscritta al Pd, ha raccolto attorno a sé il mondo del sociale, buona parte di quello cattolico, qualche simpatia in casa ex DS e una particolare attenzione da parte dei movimenti ambientalisti che pur non essendo numericamente consistenti, a Modena fanno opinione. La sua attività, apprezzata da molti, è stata criticata in particolare per il mancato mantenimento dell’impegno di spostare il Sert da una via del centro ad altre zone; nel presentare il suo programma, ha posto alcuni elementi di discontinuità.
Adriana Querzè, ex direttrice didattica ed attuale assessore all’Istruzione, ha raccolto attorno a sé il mondo della scuola, buona parte del mondo ex Ds e sembra godere buone simpatie nell’area Sel; in attesa di presentare il suo programma, ha rivendicato sia l’appartenenza all’attuale squadra di governo della città, sia la sua non appartenenza al Pd a cui non ha lesinato critiche. La sua attività di assessore è stata apprezzata da taluni, ma molto discussa da altri, in particolare dai sindacati, che poco hanno condiviso alcune sue scelte quali quella di spostare alcune scuole dell’infanzia comunali (una eccellenza per Modena, mai sfruttata, come invece ha saputo fare la vicina Reggio Emilia) ad una Fondazione appositamente costituita e di affidare il compito di individuare i supplenti brevi ad una agenzia interinale che non è tenuta a seguire le graduatorie comunali.
Quello che era il candidato in pectore, Stefano Bonaccini, attuale segretario regionale del Pd, nonché consigliere regionale, dopo il suo passaggio con i renziani dove occupa un posto di tutto rilievo, come si prevedeva e dopo lunga attesa, ha gettato la spugna.
Per molti, l’ultima spiaggia poteva essere la stimata Cecilia Guerra, attualmente nel governo Letta, ma sembra che l’interessata abbia declinato l’invito; come pure avrebbe declinato il senatore Stefano Vaccari.
Della candidatura di Donato Pivanti, ex segretario provinciale della Cgil, si è, per il momento, perso traccia.
Negli ultimi giorni, poi, ne sono spuntate altre, come quella di Paolo Silingardi di Modena Attiva, di Luca Mucci di Modena Terzo Mondo, ambedue iscritti al PD e di Paolo Ballestrazzi ex assessore del partito repubblicano.
Paolo Silingardi, anche lui ex assessore verde, seppur di qualche giunta fa, viene ricordato sia per il suo impulso alla mobilità sostenibile, ma anche per aver avvallato l’ Alta Velocità.
Di Paolo Ballestrazzi, anche lui ex assessore repubblicano di molte giunte fa, si ricorda la prima la sua appartenenza a giunte di centro sinistra e poi la sua dura opposizione alle stesse.
Ma non è finita.
L’ufficializzazione della candidatura di Giancarlo Muzzarelli, attuale potente assessore regionale, scompagina le carte. Giancarlo Muzzarelli è un politico navigato, prima come amministratore in provincia, poi in regione; non sembra un segreto, affermare che la sua candidatura è stata molto spinta da quella parte del partito, prevalentemente ex Ds, che non si sentiva sufficientemente garantita dalle altre candidature e chiedeva un candidato forte di partito, magari dimenticando che anche gli altri tre candidati sono iscritti allo stesso; è l’unico a non risiedere a Modena.
Insomma, poco di nuovo sotto la Ghirlandina; di usato, tanto…. speriamo che sia garantito!!!
D’altra parte anche le opposizioni non stanno meglio, soprattutto quelle di centro destra, tra suddivisioni e passaggi da un gruppo all’altro; riuscirà a trovare un candidato unitario, magari attraverso le primarie uscendo da una sterile opposizione e proponendosi, con un progetto chiaro, alla guida della città?
E il Movimento 5 stelle, per il momento sotto traccia, riuscirà a trasformare l’opposizione in proposta, così come avvenuto a Parma?
E la sinistra-sinistra è proprio sparita?
E la cosiddetta “società civile”?
Insomma, aspettiamo di conoscere programmi e squadra, poi ci saranno gli elementi essenziali per decidere.
I modenesi aspettano qualcuno che li convinca, nuovo o vecchio che sia; altrimenti chi vincerà sarà la disaffezione che è anche l’anticamera dell’astensionismo.
di Franco Fondriest