Un farmaco oggi in uso come stabilizzatore dell’umore (nel disturbo maniaco-depressivo), il valproato, potrebbe “ringiovanire” il cervello, farlo cioè tornare almeno temporaneamente come quello di un bambino in grado di acquisire abilità che da adulti non possono essere acquisite.
Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Systems Neuroscience e riportato dal magazine New Scientist. La ricerca è stata condotta da Takao Hensch della Harvard University di Boston e Allan Young del King’s College di Londra.
I neurologi hanno testato il valproato su 24 uomini, dimostrando che questi potevano acquisire il cosiddetto ‘orecchio assoluto’, ovvero la capacità di capire le note ascoltate. Trattasi di una dote rara che si può acquisire solo da bambini in genere quando si comincia a studiare musica prima dei sei anni, mentre è impossibile acquisirla da adulti.
Per quanto plastico e modificabile, il cervello adulto (nella foto cellule cerebrali, ndr) è ben diverso da quello in sviluppo del bambino che è plasmabile come pongo. Si dice che esistono finestre temporali nello sviluppo cerebrale che ad una certa età si chiudono: insomma i bimbi hanno un tempo limite per acquisire capacità rare come l’orecchio assoluto, dopo di che il cervello non è più in grado di farlo.
Ebbene gli esperti hanno dimostrato che col valproato si può far tornare il cervello bambino e dunque capace di acquisire abilità che da adulti è impossibile ottenere. Hanno dato il farmaco per 15 giorni a una parte dei volontari e poi li hanno sottoposti a un training musicale per le successive due settimane. Rispetto a coloro che avevano assunto solo placebo, il gruppo del valproato – dopo il training – riesce a riconoscere molto bene le note udite, insomma sviluppava l’orecchio assoluto. Adesso i ricercatori vogliono ripetere lo studio su un campione più grande e testare anche altri farmaci come gli antidepressivi.