Editoriale di Marco Travaglio, che ironizza sugli annunci festosi elargiti dal governo Letta circa la imminente ripresa economica, le riforme e il taglio degli sprechi. Ma non risparmia il governo Berlusconi: “Già nel 2008 all’inizio della crisi Berlusconi descrisse l’Italia come il Paese dei bengodi“. E menziona anche Renato Brunetta, ospite in studio, che nel 2009 aveva previsto una crescita dell’occupazione per il 2010: “Nell’agosto 2009 Brunetta, che ci azzecca sempre, vaticinava: ‘Nessun allarme occupazione, il peggio è passato, rischia solo qualche artigiano’. Addirittura Berlusconi aveva detto che i ristoranti erano sempre pieni, per non parlare dei bordelli“. Il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” sciorina le contraddizioni del ministro dell’Economia, Saccomanni, secondo il quale “siamo vicini alla fine del tunnel”, metafora che “porta una sfiga boia”. “Ma Saccomanni non è un 40nne, nè un pirla qualunque” – osserva Travaglio – “è stato voluto a tutti i costi da sua maestà Napolitano. Per gli amici è “Gelatina” o “Saccodanni”. Saccomanni è contrario all’Imu. Infatti ha fatto otto proposte di modifica e le hanno ignorate tutte”. Ed elenca i 10 nomi attribuiti alla tassa sugli immobili che in vent’anni sono stati inventati: “Dieci nomi per la tasse della casa. Deve esserci lo zampino del ministero per la semplificazione. Dopo aver tentato di vendere le caserme non si sa bene a chi, e poi le spiagge e gli ombrelloni, Saccomanni passa all’accattonaggio molesto: chiede 150 euro al mese agli insegnanti che ne guadagnano già addirittura 1300, altrimenti poi con tutti quei soldi gli gira la testa e chissà dove vanno a folleggiare.”