Finito ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di immondizia, il re di Malagrotta poteva contare su un sistema fatto di rapporti con parlamentari, funzionari e commissari. Tutti disponibili
La rete di Manlio Cerroni, l’ottavo re di Roma, finito ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, era fatta di rapporti con politici, funzionari e commissari. Tutti disponibili con l’avvocato, monopolista del settore rifiuti nella capitale e nel Lazio.
Il sub-commissario del governo Letta
L’inceneritore di Albano Laziale era un progetto sponsorizzato da Manlio Cerroni, che avrebbe dovuto costruirlo con la sua azienda su un terreno di sua proprietà. Ma i forni che bruciano i rifiuti senza incentivi pubblici, i Cip6, che solo in Italia sono destinati anche a chi produce energia bruciando rifiuti, non sono convenienti economicamente. Per evitare questo rischio, Cerroni si attiva nel 2008 per far rientrare il suo impianto tra quelli beneficiati dal contributo. L’avvocato incontra anche politici nazionali. Lo scrive chiaramente il gip Massimo Battistini: “Sotto tale aspetto si rinvia alla parte dell’informativa in cui si riferiscono gli incontri e le conversazioni tenute dal Cerroni con alcuni politici del Parlamento Nazionale, aventi ad oggetto l’inclusione dell’impianto di Albano Laziale nell’ambito degli incentivi”. Tra questi si registrano incontri anche personali con diversi parlamentari (Beppe Fioroni, Ermete Realacci ed Edo Ronchi) e un generoso contributo – continua il gip – di 20mila euro alla fondazione ‘Sviluppo Sostenibile‘ (gestita dal terzo)”.
Il ruolo del sub-commissario dell’Ilva Edo Ronchi
A novembre arriva l’inserimento in un decreto legge di un emendamento che estendeva a tutti gli impianti in costruzione i Cip 6. Il gip Battistini, però, precisa: “Alla data di emanazione della norma la maggioranza parlamentare era di segno opposto ai politici di riferimento, circostanza che non consente di ascrivere disvalore penale ad una attività apparentemente di mero lobbying”. Ronchi, presidente della fondazione, dove siede, nel comitato di presidenza, anche la figlia di Cerroni, oggi, è sub-commissario del governo Letta per il piano ambientale all’Ilva. Ronchi in una nota ha precisato: “Non ho ricevuto nessun condizionamento da una delle tante donazioni liberali utilizzate per finanziare studi e ricerche. Da quando presiedo la fondazione non ho alcun incarico istituzionale e ho cessato l’attività politica”.
Il commissario fidato
Nel maggio 2012 al commissariato di governo per l’emergenza rifiuti a Roma arriva il prefetto Goffredo Sottile. Fino a pochi giorni ha mantenuto il suo ruolo, scelto dal governo Monti e confermato da quello Letta. Nell’ordinanza eseguita ieri emergono i contatti con l’avvocato Manlio Cerroni, il re dei rifiuti, finito ai domiciliari. Il Gip Massimo Battistini scrive che dopo un periodo difficile: “Manlio CERRONI, si fa incudine in attesa di tempi migliori, che infatti arriveranno assieme al Prefetto Sottile”. Il commissario Sottile, giugno 2012, al telefono chiede lumi all’avvocato dopo la scelta, poi bocciata, del sito di Pian dell’Olmo.
SOTTILE: prontooo?
CERRONI: pronto prefetto?
SOTTILE: si!
CERRONI: sono CERRONI…
SOTTILE: eccomi…
CERRONI: allora va bene… procedete pure…
SOTTILE: ecco… allora… a chi rivolgiamo….
CERRONI: ma io credo che la cosa migliore… rivolgetevi al nostro progettista… là… professor BARRUCHELLO no?
SOTTILE: mmhh… che gli chiediamo a Barruchello…?
CERRONI: Barruchello…. che lui sa tutto vi do il telefono?
SOTTILE: no, no io il telefono di Barruchello ce l’ho… no è che a me serve una dichiarazione del principe… che…
CERRONI:… la faccio fare io… lo dico a Barruchello… di farla fare…
Tramontata l’ipotesi Pian dell’Olmo, Sottile sceglie Monti dell’Ortaccio, di proprietà di Cerroni. Anche a seguito degli incontri del commissario con l’avvocato e i suoi uomini, come precisa il gip. Proprio intorno a questa scelta, Sottile al Fattoquotidiano tv aveva espresso fiducia in Cerroni, anche se indagato nell’inchiesta che poi lo ha portato ai domiciliari, addirittura auspicando una società mista Ama (municipalizzata del comune di Roma) Colari, il consorzio dell’avvocato.
Alemanno? Benvenuto tra i vivi
Quando cambia il commissario a Roma, maggio 2012, con l’arrivo di Goffredo Sottile, tramonta, grazie anche ad una mobilitazione internazionale, l’ipotesi di realizzare una discarica a Corcolle, a 700 metri dall’area di protezione della Villa di Adriano, patrimonio dell’Unesco. Ovviamente i cerroniani esultano perché quell’area non era di loro proprietà. Al telefono Mario Marotta, funzionario regionale, direttore dell’area rifiuti con il centrodestra in sella, indagato nell’inchiesta, parla con Pietro di Paolantonio, allora assessore regionale Pdl, del sindaco Gianni Alemanno. Nessuna preoccupazione per il ritorno in sella di Cerroni. Le parole, giugno 2012, dell’allora compagno di partito e del funzionario si commentano da sole e sono rivolte all’allora primo cittadino di Roma.
DI PAOLOANTONIO: Senti invece prima m’ha chiamato Alemanno
MAROTTA: Eh…
DI PAOLOANTONIO: Ah c’è un casino… dico: in che senso? Il commissario m’ha detto che allora andiamo all’Ortaccio
MAROTTA: Bravo !! Eh!!! (ridono)
DI PAOLOANTONIO: Buon giorno! buon giorno…dico ben venu….
MAROTTA:…Sei l’unico che non l’aveva capito Alemanno!!…
DI PAOLOANTONIO: … Ben venuto nel mondo dei vivi!…
MAROTTA: …Ma vaffanculo va…
DI PAOLOANTONIO: Dice e adesso? E adesso te sta bene dico, potevi tenerte Corcolle eh
MAROTTA: Te la pii n’der culo capito eh è questa la verità, se la prende nel culo, non me ne frega niente
DI PAOLOANTONIO: Ma manco a me!
MAROTTA: Ma che ce frega Pietro ma fagliela fare dove glie pare