La Scienza non viene considerata in Italia ed è colpa anche della politica, che non perde occasione per dimenticarsi di quanto la scienza sia motore di sviluppo e progresso e quanto sia importante sostenerla e “affrontarla”. Se la scienza non entra nelle agende politiche dei partiti, infatti, non può nemmeno diventare strumento per scegliere il proprio candidato, il che è assurdo e drammatico. Dibattito Scienza (gruppo del quale faccio parte) è nato proprio con l’obiettivo di ricucire questo rapporto tra Scienza e Politica, secondo il modello di Science Debate degli Stati Uniti: in pochi mesi siamo riusciti a ottenere risposte su temi scientifici, sia dai candidati delle scorse primarie del centrosinistra, che da quelli delle elezioni nazionali (anche se non tutti).
In entrambe le occasioni tra le varie domande c’era anche la sperimentazione animale: un tema che ho introdotto l’ultima volta e che è tornato prepotentemente sui giornali con la recente vicenda di Caterina Simonsen, la ragazza malata insultata e minacciata di morte per aver appoggiato l’uso di animali nella ricerca biomedica. Aldilà delle polemiche è importante che la politica in particolare sfrutti l’occasione, non per strumentalizzare il caso, ma per discutere dell’argomento che Caterina ha riportato alla luce e cioè la sperimentazione animale; in modo razionale e senza pregiudizi.
Riporto dunque, e vi esorto a leggere attentamente, una lettera di Alessandro Papale, ricercatore in Neuroscienze, appartenente a Sinistra Ecologia e Libertà (membro dell’Assemblea Regionale Lombardia), nella quale emerge chiara la difficoltà di promuovere nei partiti un dibattito serio e privo di sensazionalismi sulle questioni scientifiche (come sperimentazione animale, OGM e via dicendo). Perché ergersi a paladini del futuro e della buona politica significa anche abbandonare le posizioni preconcette e ipocrite nei confronti dei temi scientifici e iniziare ad affrontarli con competenza e serietà.
Buona lettura.
Se nelle ultime settimane è stato il caso di Caterina Simonsen a rianimare l’acceso dibattito politico sulla sperimentazione animale, all’interno di Sinistra Ecologia Libertà il dibattito si era già infuocato da qualche mese: il casus belli era stata l’azione parlamentare (che ha visto Sel in prima fila) tesa a introdurre norme più restrittive alla nuova Direttiva Europea sulla sperimentazione animale. La normativa europea era stata concordata a Bruxelles sia con il mondo scientifico che con quello animalista con l’obiettivo condiviso di ridurre al minimo le pratiche di sperimentazione sugli animali. Gli ulteriori vincoli, invece, che sono stati proposti a livello nazionale avrebbero di fatto l’effetto di rendere impraticabile la ricerca in molti ambiti, di impedire ai laboratori di concorrere ai progetti di ricerca europei, ormai tra le ultime fonti di fondi rimasti, e di chiudere interi comparti di sperimentazione biomedica in Italia.
Alla luce di queste azioni il dipartimento Saperi di Sel ha scritto una petizione in difesa della direttiva europea e della sperimentazione animale, portando argomenti concreti e chiedendo di riaprire il dibattito all’interno del partito per prendere una decisione informata e non sull’onda delle emozioni. Questa petizione è stata firmata anche da esponenti di primo piano, come Fabio Mussi, presidente della presidenza nazionale di SEL ed ex ministro proprio per l’università e la ricerca.
Nonostante ciò, la dirigenza nazionale sembra ritenere immutabili le posizioni del partito sul tema, tant’è che la Sen. Loredana De Petris nega addirittura di aver ricevuto notizia della petizione.
La maniera in cui è stata affrontata la questione della sperimentazione animale mette in luce un enorme problema strutturale della politica italiana: purtroppo moltissime questioni che riguardano temi complessi e tecnici vengono trattate in maniera superficiale, improvvisata e populista.
Sarà il fatto di essere un inguaribile ottimista, ma spero che almeno il partito in cui credo, di cui condivido tutte le posizioni in tema di lavoro, diritti sociali, uguaglianza ed inclusione, possa finalmente uscire dalla logica che accumuna buona parte della politica nostrana e diventare un faro per tutti gli altri partiti.
Per questa ragione ho deciso di presentare un ordine del giorno sui temi della scienza e della ricerca al congresso metropolitano di Milano e provincia. Un testo che parla di contraddizioni: “Diciamo di voler salvaguardare il diritto fondamentale alla salute e a delle cure efficaci, ma ci arrocchiamo su posizioni di animalismo integralista, avallando una lettura della sperimentazione animale che la addita come una “vergogna”. Sosteniamo di voler supportare e rendere giustizia alla ricerca scientifica italiana, ma chiudiamo gli occhi di fronte al preoccupante aumento di episodi di violenza verbale e fisica contro chiunque difenda l’importanza degli studi sugli animali, ignorando che gli appartenenti al mondo della ricerca nella stragrande maggioranza condividono le ragioni etiche alla base di una battaglia per il riconoscimento dei diritti animali volta a ridurre ogni sofferenza inutile. Diciamo di voler proteggere i nostri agricoltori e sostenere il settore investendo nell’innovazione e nella sperimentazione, ma rilasciamo dichiarazioni in cui traspare il fatto di non sapere la differenza tra un Organismo Geneticamente Modificato, un transgenico e un ibrido, producendo posizioni di preconcetta chiusura sulle biotecnologie agrarie, quando invece le risposte, come sempre, andrebbero differenziate caso per caso. Diciamo di voler valorizzare la ricerca biomedica e poi sosteniamo il Decreto Legge che autorizza le sperimentazioni sul metodo “Stamina”, sperperando risorse pubbliche e dando uno schiaffo a tutti i ricercatori che seguono le regole delle leggi e di un approccio critico alla ricerca, senza cedere al richiamo di guru improvvisati e alle logiche commerciali.» Il testo si conclude chiedendo che Sinistra Ecologia Libertà promuova, su questi temi così complessi, un confronto con le competenze presenti all’interno ed all’esterno del partito, avviando una Conferenza Programmatica sul tema della scienza e della ricerca, scientifica e tecnologica.
Il testo che ho scritto era stato preventivamente bocciato dalla commissione politica, ma, una volta portato al voto dei delegati, è stato approvato con maggioranza schiacciante e potrà essere discusso al congresso nazionale di Sel, dove verrà decisa la linea progettuale dei prossimi tre anni.
L’esperienza del congresso metropolitano mi ha rassicurato sull’apertura e la preparazione dei militanti del mio partito e ha messo in luce la profonda discrepanza nell’approccio alle diverse tematiche che c’è tra la base e la dirigenza.
E’ emersa la necessità di dare voce alle diverse intelligenze e competenze presenti nel mondo della sinistra, perché la politica non può essere fatta di ignoranza e luoghi comuni, soprattutto su temi scientifici. Penso questo non solo perché io sono un uomo di scienza, non solo perchè vedo il bisogno di arginare lo scoramento nell’animo di studenti, ricercatori, professori, giovani laureati e simpatizzanti in generale, ma perché credo profondamente che l’Italia abbia bisogno di una forza progressista e matura che indichi un cambio di direzione deciso al paese. Non ci può essere progresso senza riconoscimento delle competenze, non ci può essere progetto senza conoscenza, non ci può essere ripresa economica senza investimenti nella ricerca e nello sviluppo. Questo è il partito che vorrei, questo è il partito che può diventare grande e se questo vorrà dire sostituire quella parte della dirigenza che a Prometeo avrebbe risposto “ho letto in internet che il fuoco può causare gli incendi e quindi va proibito”, tanto meglio.
di Alessandro Papale: Dottore di Ricerca in Medicina Molecolare, ricercatore in Neuroscienze, membro dell’Assemblea Regionale Sel Lombardia