Henry Ford diceva che gli americani potevano scegliere il loro “modello T” nella tinta preferita, purché il colore in questione fosse il nero.

Erano i tempi in cui il cliente non poteva essere “controllato” in maniera invisibile e quindi le manovre commerciali passavano ancora attraverso una battuta simpatica.

A distanza di anni da allora e di qualche giorno da oggi, un importante manager della casa automobilistica Ford – nel corso di un convegno della più grande manifestazione espositiva in materia di elettronica – ha confermato che le tecniche del fondatore dell’azienda sono desuete e che oggi il rapporto di conoscenza della clientela è profondamente cambiato.

Luogo del delitto: Las Vegas, salone tecnologico International CES, LVH Theater. Data ed ora: 8 gennaio 2014, tra le 11 e mezzogiorno e un quarto. Sospetto: James D. Farley Jr., Global Vice President per il marketing e le vendite di Ford Motor Company.

Redatta la scheda del caso, tocca in sorte di raccontare il fatto.

Jim Farley nel corso della tavola rotonda “Brand Matters Keynote” si è lasciato scappare che la sua azienda – in virtù degli apparati GPS installati sui veicoli prodotti – ha modo di sapere quanti e quali clienti vanno eccessivamente veloci o commettono infrazioni dove e quando. Questa la sintesi. E a voler esser più curiosi l’espressione usata suonava così: “Conosciamo chiunque infrange la legge e sappiamo dove lo sta facendo. Abbiamo montato un GPS sulla vostra vettura e così possiamo sapere cosa state facendo, Ma a parte questo, non preoccupatevi perché non forniamo questi dati a nessuno”.

Il pubblico è rimasto impietrito, quasi un invisibile airbag (giusto per rimanere in tema) li avesse colpiti e avvolti.

Farley ha gettato acqua (o benzina?) sul fuoco dicendo che un giorno certe informazioni avrebbero potuto essere utilizzate in maniera anonima e aggregate per aiutare enti e aziende che operano per la soluzione dei problemi correlati al traffico.

Dopo aver spiegato le diverse funzionalità servizi on-board (dal “Sync Services Directions” che offre indicazioni stradali dialogando con il cellulare del conducente, al “Crew Chief” che permette di avere il costante controllo delle flotte aziendali) progettati e realizzati da Ford, il serafico signor Farley ha cominciato a negare tutto asserendo: “Ho certamente lasciato l’impressione sbagliata sul come opera Ford. Noi non tracciamo i nostri clienti nelle loro automobili senza l’approvazione o il consenso degli interessati”.

La notizia ha cominciato a preoccupare non tanto i pirati della strada, ma quelli che si servono di una vettura Ford per recarsi dall’amante, la cui relazione potrebbe essere ormai evidente in qualche database fortunatamente non condiviso.

Diversa la reazione di esibizionisti e vanagloriosi delle prestazioni amatorie: non è mancato, infatti, chi ha sperato nella sensibilità del GPS, augurando la capacità di rilevare i millimetrici continui spostamenti del veicolo adoperato come alcova in acrobatiche “camporelle” finalmente scientificamente certificate.

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