“Sospendere gli accordi commerciali tra l’Unione europea e l’India”. E’ la proposta del vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani contro l’ipotesi di condanna a morte per i due marò italiani accusati dell’uccisione di due uomini scambiati per pirati.
“Non penso – scrive ancora Tajani in alcuni messaggi su Twitter – che si possa portare avanti un negoziato su un accordo di libero scambio quando l’ipotesi di una condanna a morte viene presa in considerazione”. La risposta del vicepresidente arriva dopo che Nuova Delhi è tornata sulla vicenda, tornando a ipotizzare la pena capitale per i due fucilieri del San Marco. Esternazioni che hanno innescato le reazioni dell’Italia: “L’India dia senso concreto alle assicurazioni fornite. In caso contrario il governo italiano si riserva di assumere, in ogni sede, tutte le iniziative necessarie”, ha scritto Palazzo Chigi.
Tajani, impegnato “da sempre contro la pena di morte”, annuncia di voler battersi anche per difendere Massimiliano La Torre e Salvatore Girone “impegnati nella lotta contro la pirateria”. “Non penso – continua il vicepresidente – che si possa portare avanti un negoziato tra Ue e India su un accordo di libero scambio quando l’ipotesi di una condanna a morte viene presa in considerazione”. Per il vicepresidente della Commissione non è certo così che l’India dimostra di rispettare i diritti umani. Tajani ha quindi annunciato che a stretto giro invierà due lettere, una al presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e l’altra all’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza, Catherine Ashton, per chiedere l’intervento di Bruxelles nel quadro di una vicenda che si trascina ormai da anni e che potrebbe incidere negativamente sui già non facili rapporti tra l’Ue e l’India. Un Paese, quest’ultimo, dove l’avvicinarsi delle elezioni potrebbe rendere ancora più complessa la ricerca di una soluzione al caso.