“Cota non si deve dimettere, anche tirando via i voti di quella lista vince lo stesso”. Parola del presidente della Lega, Umberto Bossi, sull’annullamento delle elezioni regionali in Piemonte. Per il senatùr la sentenza del Tar “è una cosa fuori dall’ordinario, sono passati tanti anni”. Non solo. A sentire lo storico leader del Carroccio, “Cota non vorrà più ricandidarsi dopo aver toccato con mano che le regole non valgono”. Questa è la previsione di Umberto Bossi, espressa arrivando a un presidio contro l’aumento dei pedaggi autostradali. E il futuro dell’alleanza in Piemonte? “Chiedetelo a Salvini” ha detto il presidente della Lega.
E il segretario federale del Carroccio non si è fatto pregare e, sempre da Gallarate (dove manifestano contro i pedaggi stradali), ha detto la sua sulla questione: “Contiamo che la Regione Piemonte arrivi alla fine della legislatura, come hanno deciso i cittadini. Altrimenti ci dicano che deve vincere solo il Pd’’. Per Salvini le lezioni “le hanno annullate dopo 4 anni, neanche in Corea del Nord arrivano a tanto”. Non solo. Salvini ha anche spiegato quali saranno le mosse per il futuro: “Fra un anno e mezzo, quando ci sarà la scadenza del mandato, valuteremo se ricandidare Cota” ha spiegato il segretario, che poi si è posto un interrogativo provocatorio. “Se un imprenditore svizzero o americano ci guarda e vede che dopo quattro anni le elezioni vengono cancellate – ha spiegato – con quale spirito viene a investire da noi. In Piemonte ci interessa continuare perché abbiamo messo mano ai disastri lasciati dalle giunte di sinistra – ha aggiunto – Cota ha dimezzato gli stipendi di assessori e consiglieri regionali, la giunta di sinistra costava ai piemontesi trenta milioni di euro in più, i cittadini valuteranno”.
Sulla tempistica della decisione del Tar è intervenuto anche Luciano Violante. ”Procedure molto più rapide con termini fortemente ridotti per le questioni di carattere elettorale, valutando anche la possibilità che le questioni amministrative possano essere decise in unica istanza dal Consiglio di Stato” ha detto l’esponente Pd in un’intervista alla Stampa di Torino. L’ex presidente della Camera ha spiegato inoltre come la sentenza del Tar non sia definitiva e ci “sarà il ricorso al Consiglio di Stato. Penso che la decisione sul ricorso potrebbe più o meno coincidere con la fine naturale della legislatura regionale – ha detto Violante – a meno che il presidente Cota non decida di dimettersi”. In ogni caso, ha sottolineato, “l’autorità giudiziaria non può decidere in relazione alle scadenze politiche, né in Italia né altrove”. In generale per Violante “la democrazia vive solo se è animata da una spinta morale, che le conferisce dignità. Di questo tutti i partiti dovrebbero occuparsi, invece di protestare contro i giudici ‘comunisti’ o inneggiare al primato della giustizia. Perché queste vicende colpiscono tutti, colpevoli e innocenti” . La morale, per Violante, è solo una: “Il nostro Paese si regge su sfiducia e irresponsabilità”. Insomma, avverte, “dobbiamo diventare più sobri e più rigorosi. Altrimenti non salveremo la democrazia. Dopo la vicenda Piemonte devono essere le classi politiche dirigenti a porre per prime e subito questo problema”.