Un ambulatorio per immigrati clandestini. Anche se è poco conosciuto, a Reggio Calabria esiste da molti anni e viene gestito dalla Comunità di vita cristiana che collabora con i padri gesuiti. Una struttura medica dove gli stranieri, anche irregolari, possono essere curati senza l’obbligo di fornire i propri documenti. “Anche se la legge è cambiata e le cure mediche devono essere prestate obbligatoriamente, i clandestini hanno ancora paura di andare in ospedale”, spiega la coordinatrice della Comunità Francesca Sottilotta. “Piuttosto che andare in missione in Africa, – aggiunge un giovane dentista di 29 anni Pasquale Pensabene – credo sia più proficuo farlo a Reggio” di Lucio Musolino
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione