Un ambulatorio per immigrati clandestini. Anche se è poco conosciuto, a Reggio Calabria esiste da molti anni e viene gestito dalla Comunità di vita cristiana che collabora con i padri gesuiti. Una struttura medica dove gli stranieri, anche irregolari, possono essere curati senza l’obbligo di fornire i propri documenti. “Anche se la legge è cambiata e le cure mediche devono essere prestate obbligatoriamente, i clandestini hanno ancora paura di andare in ospedale”, spiega la coordinatrice della Comunità Francesca Sottilotta. “Piuttosto che andare in missione in Africa, – aggiunge un giovane dentista di 29 anni Pasquale Pensabene – credo sia più proficuo farlo a Reggio” di Lucio Musolino