Diciannove nuovi cardinali di cui tre non elettori. Ha deciso così Papa Francesco – nel giorno in cui ha deciso di battezzare una bimba nata da genitori non sposati in Chiesa – per il concistoro del 22 febbraio prossimo nel quale imporrà per la prima volta le berrette rosse. Come anticipato da ilfattoquotidiano.it, la grande sorpresa è la scelta dell’arcivescovo di Perugia e vicepresidente della Cei Gualtiero Bassetti, un vero e proprio schiaffo al cardinale Angelo Bagnasco. Esclusi dalla lista clamorosamente sia il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, sia l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che per la quarta volta salta l’appuntamento con la porpora. Confermando completamente le previsioni della vigilia, ad aprire la lista è il Segretario di Stato, Pietro Parolin, subito seguito da Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, al quale Papa Francesco, subito dopo l’elezione nella Cappella Sistina il 13 marzo scorso, donò il suo zucchetto rosso dicendogli: “Tu sei cardinale a metà”. Completano la lista dei curiali Gerhard Ludwig Műller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero.
I sedici nuovi cardinali elettori appartengono a dodici nazioni di ogni parte del mondo e, come ha sottolineato Bergoglio, “rappresentano il profondo rapporto ecclesiale fra la Chiesa di Roma e le altre Chiese sparse per il mondo”. Essi sono: Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster (Gran Bretagna); Leopoldo José Brenes Solórzano, arcivescovo di Managua (Nicaragua); Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo di Québec (Canada); Jean-Pierre Kutwa, arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio); Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro (Brasile); Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve (Italia); Mario Aurelio Poli, arcivescovo di Buenos Aires (Argentina); Andrew Yeom Soo jung, arcivescovo di Seoul (Korea); Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago del Cile (Cile); Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou (Burkina Faso); Orlando B. Quevedo, arcivescovo di Cotabato (Filippine); Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes (Haïti).
I tre nuovi porporati non elettori, invece, sono: Loris Francesco Capovilla, per dieci anni segretario particolare di Giovanni XXIII che sarà canonizzato da Papa Francesco il prossimo 27 aprile insieme a Giovanni Paolo II; Fernando Sebastián Aguilar, arcivescovo emerito di Pamplona; e Kelvin Edward Felix, arcivescovo emerito di Castries.
Prima dell’Angelus, nella Cappella Sistina, Papa Francesco ha amministrato il sacramento del battesimo a trentadue bambini. Tra loro c’era anche la piccola Giulia di sette mesi figlia di genitori non sposati in Chiesa ma soltanto civilmente. Un segno eloquente a quei parroci che, violando l’insegnamento della Chiesa ribadito più volte da Bergoglio, rifiutano il battesimo ai figli di genitori sposati soltanto al Comune. “Non vi sembra – ha domandato il Papa ai fedeli presenti in piazza San Pietro – che nel nostro tempo ci sia bisogno di un supplemento di condivisione fraterna e di amore? Non vi sembra che abbiamo tutti bisogno di un supplemento di carità? Non quella che si accontenta dell’aiuto estemporaneo che non coinvolge, non mette in gioco, ma quella carità che condivide, che si fa carico del disagio e della sofferenza del fratello. Quale sapore acquista la vita, – ha concluso la sua riflessione Bergoglio – quando ci si lascia inondare dall’amore di Dio!”.