Il team guidato da Nichola Garbett dell’Università di Louisville ha pubblicato i suoi risultati online su Plos One. Secondo gli scienziati si tratta di una grande promessa, che potrebbe permettere in futuro di rilevare e monitorare una vasta gamma di tumori e malattie
Utilizzando il profilo del calore del sangue di una persona, il termogramma del plasma, si può scovare la presenza o meno di cancro della cervice uterina, oltre alla fase in cui si trova il tumore. A stabilirlo, aprendo una nuova strada alla diagnostica mini-invasiva, sono i ricercatori dell’Università di Louisville.
Il team guidato da Nichola Garbett ha pubblicato i suoi risultati online su Plos One. Secondo gli scienziati si tratta di una grande promessa, che – scommettono gli studiosi – permetterà in futuro di rilevare e monitorare una vasta gamma di tumori e malattie. Il test, infatti, non è invasivo e richiede solo un semplice prelievo di sangue. Dopo i risultati ottenuti, Garbett e i suoi colleghi hanno fondato una start-up, Louisville Bioscience Inc (LBIdx), che detiene una licenza esclusiva per l’Università di Louisville sulla tecnologia Plama Thermogram.
Gli studiosi sono anche azionisti della società. Il test del termogramma del plasma è già stato applicato per identificare alcuni tumori, tra cui melanoma e cancro al polmone, ma anche lupus, artrite reumatoide, sclerosi laterale amiotrofica e malattia di Lyme. Il test si è mostrato molto promettente come indicatore prognostico della malattia, permettendo ai medici di monitorare i malati di cancro in modo più attento, e di intervenire ad hoc in ogni fase della patologia. “Siamo stati in grado di dimostrare che il test è più conveniente e meno invasivo per la rilevazione e la stadiazione del cancro del collo dell’utero”, afferma Garbett, secondo cui in questo modo i medici saranno in grado di personalizzare l’assistenza ai pazienti. Per generare un termogramma plasmatico, un campione di plasma sanguigno viene “fuso”, in modo da produrre una firma unica che indica lo stato di salute di una persona.
Il team ha dimostrato che il profilo del termogramma plasmatico varia se una persona ha oppure non ha la malattia. “La chiave non è la temperatura di fusione effettiva del termogramma, ma la ‘forma’ del profilo termico”, spiega Garbett. “Siamo stati in grado di stabilire i termogrammi per una serie di malattie. Confrontando i campioni di sangue dei pazienti si dovrebbero poter monitorare meglio. Insomma, questa sarà una chance per ‘disegnarè e adattare i trattamenti in modo che siano più efficaci”. Inoltre un ulteriore studio clinico potrebbe permettere di rendere il termogramma plasmatico un test complementare al tradizionale metodo di screening per il cancro cervicale, il Pap test, con un approccio meno invasivo e più conveniente per il paziente. Svelando anche se le cure non sono efficaci. In sintesi, “il test potrebbe aprire a una diagnosi ancor più precoce, ad approcci terapeutici più efficaci e abbassando i costi sanitari per lo screening e il trattamento del cancro cervicale”, scommettono gli studiosi.