L’onorevole Boccia ha sentenziato: “Chi sbaglia paga ma decide la magistratura e tutta la politica si deve fare un esame di coscienza”. Il riferimento alla questione che coinvolge sua moglie è una asserzione che, decontestualizzata, ha una sua forza.

Ma il problema, caro Boccia, è, come sempre, il contesto; quell’insieme di ruoli, responsabilità, azioni, tempi, e luoghi (non ultimo espressioni e parole) la cui somma, nella violazione della legge è compito della magistratura accertare, ma nella opportunità politica e (a maggiore ragione) istituzionale è appalto della sensibilità, delle convenienze e degli umori, anche, dei partiti, dei militanti e, non ultimi, degli elettori.

Se è l’intera politica a doversi fare l’esame di coscienza, inizia, caro Boccia, pure da tua moglie perché, alla luce del frasario e dell’arroganza dimostrata, non sono sicuro che quell’esame lo superi. 

Ho buone ragioni di pensare che dagli elettori (dei militanti ho certezza) quelle espressioni e quelle parole, quella arroganza da zarina in sedicesimo, non siano affatto apprezzate. Ed ho sempre ragione di ritenere che sperino che il ministro Di Girolamo, lungi dall’incaponirsi, sappia trarre le dovute conseguenze e, al contrario, imparare da scuole diverse da quella (Forza Italia) in cui si è formata. A partire dalle dimissioni.

Perché, caro Boccia, forse non lo hai capito, ma sperare di rifondare una classe dirigente il cui unico limite sia la violazione della legge penale e non l’adeguarsi all’insieme di regole, anche non scritte, che normano una concezione di buon agire e di rispetto delle responsabilità altrui, finirà con il guastare definitivamente una classe dirigente (di per sé già non eccellente). Soprattutto infetterà quella residua parte sana che negli affari non ricattatori, nelle relazioni professionali non prevaricatrici, nel rispetto degli altri perché portatori di diritti, pensano di potere costruire il futuro di questo paese.

Finirà, inoltre, a dare buon adito a coloro che predicano che tutti i politici sono uguali e che solo i cittadini, a turno, potrebbero salvarci dal virus della prepotenza e della corruzione.

Insomma, Boccia, evita di intervenire su tua moglie. Per pudore e rispetto di chi ti vota. 

 

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