Che cos’ha la gatta? Che cos’ha la gatta? Che cos’ha la gatta? La famiglia si interroga su che cos’ha la gatta. Dal mi sovracuto della Gloria al re bemolle grave del vecchio Silvano, per tutti i toni intermedi, compreso il controtenorile del pubere Giovannino, è un interrogativo che ha la stessa angosciata perplessità di quando, improvvidamente, la famiglia si chiede cos’è che non va nel mondo. E nel chiedersi cos’è che ha la gatta, o il mondo, se ne stanno tutti lì a guardarmi perché pare che io sappia rispondere di tutto quello che di oscuro infesta l’Universo. Immagino che sia perché tra tutti sono quello che è più silenzioso. Come la Sibilla Cumana.
Me ne sto zitto perché non sono sicuro di sapere cosa c’è che non va nel mondo e non so se la gatta ha qualcosa. La gatta è una settimana che dorme e se ne sta sulle sue. Dorme sempre, salvo qualche breve pausa per mangiucchiare qualcosa e darsi una ripassatina al muso e alla passera. Di uscire neanche a parlarne; unica variante è tra la poltrona Poang del soggiorno e il letto della camera di sopra, solo quando è appena rifatto. Oltre, naturalmente, alle cento varianti in cui si stravacca e si arrotola dormendo.
Fuori fa freddo e tutto tace. Neanche l’ombra di uccellini da strozzare, lucertoline da tagliare in due, topolini da sventrare. Non più lavori nei campi da curiosare, cani da riporto da annusare, viandanti da accompagnare. Solo l’assoluta immobilità di gennaio. E gli umani agitati, sgomenti all’idea che la gatta sia confacente al creato.
Il Fatto Quotidiano, 13 gennaio 2014