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Musica: ‘At Folsom Prison’ quarant’anni dopo. Quando Johnny Cash scriveva in carcere

È il 13 gennaio 1968 quando all’interno del carcere di massima sicurezza di Folsom, in California, viene inciso l’album At Folsom Prison, il ventiseiesimo disco del migliore degli outlaws, leggenda della country music, Johnny Cash che nell’occasione viene coadiuvato da artisti del calibro di June Carter, Carl Perkins e i Tennessee Three.

Cash con il carcere ha un particolare feeling e non sempre per questioni di detenzione. Lui infatti ama particolarmente esibirsi davanti ai detenuti. Seduti stretti l’uno vicino all’altro, composti, attenti e tesi nell’ascolto. Una volta, ebbe persino a dire: “La prima volta che ho suonato in un carcere ho pensato che quello fosse l’unico posto in cui registrare un album dal vivo”.

Nel 1951 il giovane musicista vede il film di Crane Wilbur intitolato Inside the walls of Folsom prison, ispirato ai disordini che avvengono nel carcere più duro d’America, che vanta una storia brutale e imbrattata di sangue. Scrive il singolo Folsom Prison Blues che racconta di un carcerato che, sentendo il fischio di un treno fuori dalla sua cella, rievoca il momento in cui ha commesso il crimine e immagina la gente libera sul treno e pensa a cosa avrebbe fatto se fosse stato in libertà. Quando ha poco meno di 36 anni, Johnny Cash si esibisce in quella prigione che anni prima aveva cantato: “Devo farvi i complimenti per essere gente veramente dura e per sopportare tutto questo”, dice Cash rivolto ai detenuti, poi alza un bicchiere pieno d’acqua torbida del penitenziario e lo frantuma in terra con la dedica: “Questo è per il vostro direttore”. E attacca con Cocaine Blues.

È  il 1968, il luogo è il penitenziario di Folsom in California e come molte saghe del rock, anche questo evento è avvolto dalla leggenda e dal mito. È la prima volta di un concerto rock gratuito in una prigione ed è il primo clamoroso successo discografico tratto da un concerto live. Il disco che ne scaturisce si intitola appunto, At Folsom Prison ed è un successo sorprendente anche per la casa discografica, decisamente contraria all’iniziativa di Cash.