Non crediamo in un Dio ma neanche che la vita sia solo un‘occasione per fare shopping
Nella storia del Movimento Operaio c’è sempre stata una corrente minoritaria che non sognava solo una società economicamente più equa ma anche una società nella quale gli umani potessero soddisfare il desiderio di qualche cosa che potremmo chiamare trascendenza o spiritualità.
Marx parlava di pane e rose.
Oggi il Nuovo Movimento Progressista ha messo al centro del suo sogno le rose.
Ho usato la parola ‘Trascendenza’, vorrei chiarire cosa intendo.
Mi riferisco allo stato d’animo che sperimenti, ad esempio, guardando il tramonto. Tutti dicono che amano il tramonto ma la maggioranza dei terrestri guarda il tramonto, dice “che bello” scatta una foto col cellulare e se ne va.
Credo che il principale confine tra chi è parte di questo Nuovo Movimento e chi sta altrove con la testa, sia proprio il valore che diamo a cose come guardare il tramonto, contemplare un’opera d’arte, assaporare un piatto di spaghetti, osservare un bambino giocare, dare da bere alle piante, far l’amore, raccontare una storia, ascoltare una storia, passeggiare in silenzio con un essere umano o con un gatto.
Queste esperienze ti muovono qualche cosa dentro? Provi sensazioni gradevoli, di stupore e vertigine? Credi che queste sensazioni, queste emozioni, siano il motivo fondamentale per il quale ti è stata data la possibilità di passare un po’ di tempo sopra questo stupefacente pianeta, con in dotazione un corpo capace di vivere infinite sfumature percettive?
E se credi che questo sia l’aspetto della vita che la rende accettabile anche se non è eterna, allora la tua scala di valori si rovescia rispetto a quella dominante delle Multinazionali del Dolore e dello Shopping Anestetico.
Nei capitoli precedenti di questo racconto, che mi emoziona scriverti, ho narrato della strategia della Spinta Gentile e dell’azione piccola che però dà risultati immediati e ho cercato di mostrare che questa strategia è estremamente efficiente.
Ma il motivo essenziale per il quale noi rifiutiamo il fine che giustifica i mezzi sta nel fatto che abbiamo un religioso amore per le nostre sensazioni e per le nostre emozioni.
Vogliamo realizzare i nostri sogni ma vogliamo che mantengano la fragranza che percepiamo quando li sogniamo. Non mi va bene prendere a schiaffi una persona per riuscire a realizzare il mio sogno. Il mio sogno è senza ceffoni. Voglio che il lavoro per realizzare il mio sogno sia altrettanto appagante della soddisfazione di ottenere il risultato finale. Per questo voglio puntare a risultati microscopici ma rapidi: mi piace troppo gratificarmi ogni volta che riesco a strappare un sorriso al mondo!
Mi emoziona. Per questo le mie azioni devono essere belle, artistiche, stupefacenti, nuove.
La mia attività fondamentale è onorare la mia vita, perché è l’unico modo di viverla appieno.
Il Capitalismo del Dolore misura la vita in termini di anni. I soldi ti assicurano le migliori cure e puoi sperare quindi di vivere più a lungo.
Anche noi desideriamo vivere a lungo perché ci piace. Ma quel che ci importa maggiormente è vivere intensamente, vivere ogni istante in tutta la sua estensione, ampiezza, profondità, spessore.
E il nostro desiderio di cooperazione, di unione, di far parte di gruppi di affinità, non dipende solo dal fatto che con i gruppi di acquisto si risparmia e che con le cooperative si lavora insieme senza un padrone e si guadagna di più. Noi diamo un grande valore al piacere di far parte di una comunità, all’emozione della condivisione. Ballare da soli non è divertente come ballare in cento. Cantare insieme, ridere insieme, giocare insieme sono esperienze che modificano l’attività neurale, provocano impennate nella produzione di endorfine, regalano il piacere della sintonizzazione delle onde cerebrali, dei ritmi del pensiero.
Essere con gli altri è una potente droga chimica che fa bene al fegato e al cuore, rallenta le calvizie, rende luminosi gli occhi e affina la capacità di centellinare il buon vino.
Non è indispensabile avere fede in un Dio che si è fatto uomo per sentire che quando un gruppo di esseri umani condivide il pane e il vino accade un miracolo incredibile ed estremamente piacevole ed essi conquistano pezzetti di onnipotenza.
Non esiste potenza più grande di quella di uomini e donne capaci di sognare e condividere.
Il nostro movimento non ha preti né precetti né prediche. Facciamo la comunione tutti i giorni e lasciamo che gli altri si amino e abbiano fede con chi vogliono, come vogliono.
Ma non per questo la nostra capacità di avere fede nel progresso e nella fantasia è meno forte o meno essenziale nella nostra vita.
Siamo diversamente credenti.
Stiamo riciclando tutte le parole piene di emozione per la vita che sono state pronunciate dalla notte dei tempi e riadattiamo gli insegnamenti di tutti i saggi alla nostra sensibilità.
Non vogliamo buttare via tutta la spiritualità accumulata nei secoli. Dappertutto c’è del buono. Noi ricicliamo il vecchio modo di intendere la fede. Noi siamo quelli che non buttano via niente.
Lo spreco è la dannazione dell’umanità.
p.s. Dal 24 al 26 gennaio incontreremo ad Alcatraz quanti vogliano aiutarci nel lavoro di volontariato per il Nuovo Comitato Nobel per i Disabili. Se ti interessa partecipare puoi scrivere a gabriella@comitatonobeldisabili.it