“Sono arrivato a Stamina attraverso il passaparola di un mio conoscente che mi ha dato il numero di Davide Vannoni”. Carmine Vona, cinquantenne cuneese, nell’aprile del 2008 fu colpito da un ictus e da allora la parte sinistra del suo corpo è immobilizzata. Così, dopo aver conosciuto Vannoni, decide di tentare la cura. 27mila euro per un’iniezione che avrebbe dovuto farlo recuperare al 100 per cento. “Sono andato in un centro benessere a San Marino, ma un’ora dopo che mi hanno fatto l’iniezione mi è venuto un attacco epilettico, ho rischiato di morire”. Svegliatosi in ospedale spiega ai medici di aver fatto una cura di cellule staminali e racconta: “Non mi avevano detto che era illegale e ancora da sperimentare”. Qualche giorno dopo vede nuovamente Vannoni nel suo ufficio-callcenter-laboratorio in via Giolitti a Torino: “Voleva che firmassi un documento in cui ritrattavo quanto avevo detto ai medici in ospedale. Dovevo dire che si trattava di un prelievo e non di un’iniezione”. Vona non firma e non paga Vannoni, viene quindi ricontattato dal suo amico: “Mi ha minacciato di venire a casa mia con una pistola. Mi ha detto che per colpa mia il centro benessere di San Marino aveva chiuso, che c’erano oltre 50 persone in attesa per le cellule staminali” di Cosimo Caridi
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